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Libro intero - Nuova Specie

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vivo. Ciò che sta avvenendo oggi nel campo delle Tossicodipendenze Giovanili non ha più alcuna<br />

significativa rilevanza. Ormai la coesa qualità dei meccanismi vivi delle Tossicodipendenze storiche<br />

si è trasformata nella polverizzata quantità delle Tossicodipendenze dei nostri giorni; …come a dire<br />

che quell'onda poderosa, appena giunta a riva, si è trasformata in una miriade di bolle spumeggianti.<br />

Né per "fenomeno vivo" è da confondere l'impennata di interesse che ha richiamato un problema<br />

"droga-correlato" quale l'AIDS . Si sa che per molti di noi la "peste" rievoca emozioni, nate da letture<br />

fatte sui banchi di scuola, e facilmente racimola energie d'allarme e di concitata partecipazione. Grazie<br />

a questa recente opportunità, infatti, si stanno giustificando nuovi piani di investimento e nuova<br />

distribuzione di risorse; si stanno diffondendo nuove specializzazioni e nuovi protagonismi.<br />

C'è però un altro fatto che conforta indirettamente la mia convinzione che le tossicodipendenze siano<br />

in netto declino.<br />

Da tre-quattro anni ho potuto osservare (…e dubbi ormai ne ho pochissimi) che il testimone di<br />

"fenomeno vivo" è passato ad altre tipologie di disagio che silenziosamente si stanno espandendo e che<br />

non tarderanno a manifestarsi con clamore. Abbagliati dallo specchietto delle allodole, rappresentato<br />

dall'aumento dei drogati e dalle patologie "droga-correlate", non abbiamo neppure percepito l'arrivo<br />

dei nuovi disagi, spesso camuffatisi proprio sotto i panni del consumo di "droghe" o di comportamenti<br />

antisociali. Presto, però, invaderanno la ordinaria quotidianità senza concedere respiro o prospettive<br />

di imminente soluzione.<br />

Ciò che esporrò tra breve si riferisce appunto alle mie osservazioni degli ultimi tre, quattro anni, che<br />

mi hanno più che convinto circa il pesante viraggio in atto nel campo dei disagi giovanili».<br />

Mi sembrava comunque che questa fosse una nuova generazione di problemi che andava vista<br />

proprio come la generazione dominante.<br />

Constatazioni purtroppo ancora oggi inascoltate. Mi preme, perciò, aprirvi questa ultima<br />

sezione di foto dell'album del disagio giovanile, perché ha rappresentato anche lo snodo<br />

significativo per arrivare al disagio che oggi attraversa tutti noi.<br />

Prima, però, una breve puntualizzazione sul rock dei "giovani genitori".<br />

Rock "da due soldi"<br />

Il rock che è più associabile a questa generazione fu il punk-rock (parola che significa "da due<br />

soldi, malmesso"): era una musica veloce compressa e violenta; nacque musicalmente in America<br />

a New York, con la nascita dei "Ramones". Il look dei Punk-rockers era: jeans di pelle strappati<br />

alle ginocchia e scarpe da tennis, maglie strappate, colori sgargianti, cattivo gusto, spille per il<br />

corpo, giubbotti neri, capelli a caschetto, casse di birra, droghe leggere e pesanti. La cultura<br />

hippie era morta, naufragata su se stessa, perché gli hippies non si erano impegnati per un<br />

mondo migliore, accettando la cultura borghese, lasciando la società e l'economia e gli squilibri<br />

mondiali in mano al potere storico. Nel Punk vi fu la lotta contro il sistema, non per<br />

destabilizzarlo; i giovani avevano capito che il mondo non si cambia e non sapevano più quello che<br />

volevano.<br />

Il punk arriva in Inghilterra con i "Sex pistols" che si impossessarono delle caratteristiche del<br />

punk-rock newyorchese, esasperandole. Così la musica e i testi diventarono ancora più violenti, il<br />

look ancora più trasandato, stracciato: catene, bracciali, spille attaccate ovunque, perfino alla<br />

pelle del corpo. Sid Vicius, simbolo punk, morì per overdose a 21 anni.<br />

1.4 I fratellimaggiori: dismaturità e sindromi psicotiche<br />

Di questa ultima generazione ne parlai in un seminario al S.A.T. Murri di Bologna nel 1988,<br />

invitato dal prof. Piazzi e dal suo gruppo di lavoro (di cui facevano parte anche due professori che<br />

conoscete: il prof. Stauder e il prof. Pieretti). Indicai questa nuova generazione col termine "nuove<br />

devianze", per far capire che c'erano dei fatti nuovi rispetto alla tossicodipendenza storica o alla<br />

politossicodipendenza, fatti nuovi che erano emersi nel mio osservatorio già da tre-quattro anni.<br />

"Sindromi psicotiche" di nuova specie<br />

Che cosa mi capitò di osservare nel 1984-85? Che cosa notai e cosa mi fece pensare che c’era<br />

qualcosa di nuovo nel disagio giovanile? Mi cominciavano a interpellare sempre di più amici e

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