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fenomeno vivo che attualmente è passato in altri problemi concreti. Quando parliamo di "dismaturità<br />
psiché" o di "sindromi psicotiche" o altre fenomenologie di disagio, parliamo di cose molto ma molto<br />
più concrete della tossicodipendenza o di una infezione virale droga-correlata. Purtroppo siamo<br />
portati a valutare le problematiche in base al condizionamento economico o sociale che provocano o<br />
in base ad altri parametri grossolani quale l'incidenza sulla ricchezza e sul disagio familiare, il<br />
sovraccarico che risulta sui Servizi, la turbativa di ordine sociale. Ma mi pare che tali<br />
condizionamenti sono emersi in maniera anche più pesante nel "disagio diffuso", nelle nuove<br />
problematiche che non stanno sulla luna ma hanno una maggiore concretezza del problema<br />
tossicodipendenza.<br />
Il testimone del disagio giovanile, a mio parere, dall'uso di "droghe" è ormai passato<br />
definitivamente ad altri tipi di disagi, legati alle "dismaturità" e "sindromi psicotiche" descritte in<br />
precedenza. Questo è il dramma del mondo di oggi: abbiamo individui solo cronologicamente adulti,<br />
ma dismaturi come capacità di stare autonomamente e armonicamente nel mondo, suscettibili di<br />
andare in frantumi. A mio parere è un vero disastro.<br />
Ma vediamo più da vicino queste fenomenologie giovanili ancora sottovalutate dalle singole<br />
persone, dalla cultura dominante e dalle istituzioni pubbliche.<br />
La tela di Penelope<br />
La prima modalità di "disagio diffuso giovanile" si è manifestata e si manifesta proprio<br />
all'interno della vita ordinaria di un giovane nei suoi vari piani di rapporti. Essa connota l'<strong>intero</strong><br />
arcipelago delle situazioni cosiddette "a-sintomatiche": situazioni che non possiedono lo<br />
straordinario risalto di un "sintomo" ma si confondono come varianti "normali" o silenti del<br />
panorama ordinario. Fermarmi a descriverne i contenuti con opportune esemplificazioni<br />
richiederebbe una trattazione a sé ed escluderebbe sempre una parte di contenuti chiari per ognuno<br />
di voi o di proprio gradimento, perché si tratta di un oceano smisurabile di situazioni che si<br />
definiscono di volta in volta e in maniera sempre diversa per la stessa persona. Pertanto, mi fermerò<br />
a ribadire le caratteristiche generali e i meccanismi di fondo che, anche nel mutar dei contenuti,<br />
rimangono i medesimi. Ovviamente, trattandosi di caratteristiche generali, sono da riferire alle<br />
singole persone in maniera diversificata, con le opportune sfumature e gradazioni, compresa la<br />
possibilità di non ritrovarsi affatto. Mi scuserete comunque per la modalità espositiva un po'<br />
astratta che sono costretto ad usare. Eventualmente, chi vuole può tentare di scrivere il materiale di<br />
vita suo o di altri e sostanziare o contraddire con esempi o esperienze quanto sto per dire. In ogni<br />
caso, ognuno di voi potrà rendere più concrete queste astrazioni immergendole nel vissuto della<br />
propria esperienza o vedendole come una possibile prospettiva di esperienza futura.<br />
Dapprima descriverò come funziona il rapporto con se stessi o pre-requisiti fondamentali, vale a<br />
dire le modalità di base con le quali si sta nelle varie relazioni o rapporti che descriverò<br />
successivamente.<br />
* Innanzitutto si fa difficoltà a regolamentare il ciclo sonno-veglia: l'interruttore che accende o<br />
spegne le varie relazioni con l'esterno. Il ritmo sonno-veglia è più legato ad esigenze immediate o<br />
riferite a particolari stimoli e richieste soggettivamente significativi. É più difficile la sua<br />
regolamentazione in funzione di esigenze complesse o legate al contesto e a impegni da sostenere.<br />
* Nelle interazioni da svegli è minima e discontinua la capacità di attenzione-percezione-ascolto<br />
di situazioni "diverse" o non ancora comprese nel proprio stile di vita. Il mondo di oggi manifesta<br />
una disponibilità ampia di merci, di occasioni, di stimoli che spesso non si riescono nemmeno a<br />
selezionare e a diversificare. Pertanto, sono necessari stimoli particolarmente forti, concreti, ricchi<br />
sensorialmente, che si sanno proporre attivamente e in maniera creativa, che sono dimostrabili e<br />
verificabili, che utilizzano un linguaggio comprensibile e coinvolgente. Si tende a privilegiare stimoli<br />
"fiction-virtuali", provenienti da strumenti di comunicazione molto tecnologizzati (video, strumenti<br />
"Hi. Fi.", computer, internet).<br />
C'è poco tempo e spazio per ascoltare e sentire il proprio corpo e le sue specifiche variazioni,<br />
specie in determinate posizioni e atteggiamenti. Presentano un andamento fortemente oscillante sia<br />
i bisogni legati alla alimentazione-sessualità, sia la sensorialità legata all'esterno, ai vari habitat e<br />
alle vicissitudini in esso occorrenti.<br />
C'è una grande facilità ad abituarsi e a non farsi più coinvolgere da stimoli che si ripetono o<br />
vengono considerati scontati-dovuti. C'è scarsa capacità a tollerare percezioni dolorose, sofferenti o