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9.1 Un fondamento di nuova specie<br />
Capitolo nono<br />
Un fondamento antico<br />
Anche questa volta siete rimasti in dodici. Forse è il numero a cui dovrò abituarmi da buon<br />
australopiteco alle prime armi. Ma già dodici mi sembrate tanti; anzi, meritate una medaglia per<br />
essere rimasti a partecipare a questa ultima, ma fondamentale, parte del Seminario.<br />
Vi avevo promesso una bella sorpresa. Ovviamente, una sorpresa in termini di stimoli nuovi.<br />
Infatti, siete i primi a cui sto riferendo queste mie riflessioni e osservazioni fondamentali.<br />
Avete notato che sto usando più volte il termine “fondamentale”. Non è a caso, perché intendo<br />
guidarvi all'interno di un viaggio affascinante che conserva i misteri e le informazioni segrete<br />
riguardanti una esclusiva che solo la vita possiede e sa replicare. Intendo parlarvi di un<br />
argomento meraviglioso, del fondamento più antico della vita dal quale partire per tirare fuori il<br />
fondamento su cui poggiare le iniziative e le strategie, necessarie oggi per transitare dal disagio<br />
diffuso verso una nuova specie.<br />
Fondamenta d'argilla<br />
Ho deliberatamente evitato un approccio specialistico a questo tema, e per questo non sono<br />
ricorso o mi sono avvalso di modelli o griglie teoriche “specialistici”, anche se stagionati o<br />
dominanti. Non faccio questo per disprezzo o presunzione, ma per il semplice motivo che, per<br />
come li conosco, li ritengo inadeguati per creare queste prospettive di nuova specie. A parte il<br />
fatto che non saprei proprio da quale disciplina partire e quale modello giudicare affidabile.<br />
Infatti, i vari modelli e griglie teoriche delle varie discipline (cosiddette umanistiche e<br />
scientifiche) sono assai numerosi, spesso si escludono l'un l'altro e, di fatto, si alternano e si<br />
sostituiscono con tale velocità sulla scena di vita che sembrano giganti con fondamenta d'argilla<br />
in perenne crollo e frammentazione. Perciò, data la particolarità della prospettiva in ballo, non mi<br />
è sembrato opportuno costruire il mio discorso specificatamente su una di queste fondamenta<br />
d'argilla. Sono convinto che queste “fondamenta d'argilla” in circolazione non siano più sufficienti<br />
per una prospettiva di nuova creazione. Per individuare “ciò che è la vita” propongo di mettere da<br />
parte tutte le I.De.A. che abbiamo sfornato mediante le telecamere bidimensionali. Sono convinto<br />
che si debba ricercare e individuare un fondamento più solido, più vicino alla vita, tratto<br />
direttamente da eventi di vita comuni a tutti e, per questo, più facilmente riconoscibile da tutti.<br />
Musulmani della vita<br />
Per creare una prospettiva di nuova specie, propongo di partire dalla vita perché la vita viene<br />
prima di ogni “confronto-differenza” basato sul sesso, sulla economia, sulla etnia-nazionalità, sulla<br />
religione, sulla “visione” stessa della vita, sulle I.De.A.. È il “fondo comune” che sta in ognuno di<br />
noi e che non esclude nessuna persona, nessun gruppo, nessuna istituzione. Inoltre, la vita già ha<br />
risolto il come superare i quattro vizi capitali e produrre le quattro virtù di nuova specie. Se ha<br />
già risolto questi problemi, è ad essa che conviene ricorrere in questo periodo di magra in cui<br />
Flatlandia ci ha condotti con i suoi concepimenti universali-astratti-nominali.<br />
Vedo che siete perplessi. Penso che sia interessante sapere che per le sfide ciclopiche che<br />
intendiamo affrontare c'è già un riferimento certo, operativo, che già lavora e continua a lavorare<br />
con quelle competenze e per quelle competenze; c'è giàun riferimento vivo al quale possono<br />
rivolgersi coloro che intendono creare oggi una “nuova specie”.