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Libro intero - Nuova Specie

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fallimenti che successivamente descrissi nel libro "Droga, drogati e drogologi" 2 : un libro,<br />

purtroppo, ancora attuale, perché molte delle intuizioni e delle ipotesi sperimentate ancora non<br />

sono state raccolte dalla "drogologia" ufficiale.<br />

Ho definito questa tossicodipendenza come "storica" per significare che ha fatto la storia delle<br />

dipendenze da sostanze psicoattive; resta ancora oggi un termine di riferimento molto importante<br />

e, per certi versi, ineguagliato. "Storica" sta anche a significare che è una tossicodipendenza che<br />

oggi non c'è più, non la si trova più in giro; al massimo la si può trovare in un album di foto<br />

storiche. La tossicodipendenza che c'è oggi è di un'altra razza e con quella storica ha in comune<br />

solo il tipo di sostanza consumata; ma non ha nulla da vedere con quella "storica" quanto a<br />

tipologia, identità, significato, impatto sociale, mercato, strategie di cambiamento.<br />

Il dramma è che invece le leggi dello Stato, i servizi per tossicodipendenti, le metodologie<br />

adottate, sono ancora organizzati come se ci fosse quella tossicodipendenza. Pensate quante<br />

risorse, energie, emozioni, progetti si sprecano attorno a questa "araba fenice" e quanti "drogologi"<br />

giocano ancora con questa realtà virtuale, affidandosi ancora ad un procedere cieco e senza<br />

direzione strategica. Mi pare importante ribadire quanto già scrissi nel '90, nel "Prologo alla<br />

seconda edizione" del libro "Droga, drogati e drogologi":<br />

«La mancanza in questi anni di un serio e collettivo dibattito-confronto ha causato un procedere cieco<br />

e senza direzione strategica: le risposte attivate e i "che fare" sperimentati sono scoppiati, come bolle<br />

schiumose, nell'impatto col "fenomeno vivo". E come se non bastasse, ancora oggi la "sirena"<br />

tossicodipendenza continua ad alimentare il solito girotondo di comportamenti, sentimenti, falsi<br />

stereotipi e dissipazione di risorse umane e finanziarie. Se non si attiva subito un profondo e<br />

spregiudicato dibattito-confronto con le persone comuni, la situazione potrebbe rivelarsi<br />

irrimediabilmente deteriorata: anzi, la presente legge sulla droga potrebbe delegare definitivamente a<br />

pochi "merovingi" le sorti di un disagio che nel tempo si è venuto sostanzialmente a modificare. Ormai<br />

il cosiddetto problema droga ha poco a che fare col "fenomeno vivo"; quel fuoco è passato da tempo<br />

trasferendosi in altri tipi di disagio ed è prossimo a manifestare conclamatamente nuove e più<br />

drammatiche emergenze».<br />

Mi soffermerò con più dovizia di particolari e di riferimenti su questa tappa del disagio perché<br />

spero che quanto racconterò potrà servire a far superare questo ritardo, ormai ventennale; d'altra<br />

parte è la tappa del disagio giovanile che ho vissuto più da vicino e che mi ha segnato più<br />

intensamente. Spero che mi seguiate, anche se mi intratterrò un po' più a lungo.<br />

Per meglio farvi entrare in questo album dei nonni, mi è parso positivo e utile riportare anche<br />

alcuni brani tratti dal libro da me scritto. Per questione di poco tempo disponibile vi dirò solo i<br />

riferimenti di citazione, ma per chi vuole ho portato qualche fotocopia dei suddetti brani che<br />

potranno essere da voi consultati e letti successivamente.<br />

Moby Dick<br />

Anche se è solo un album di foto che sfoglieremo, per me queste immagini ormai a due<br />

dimensioni rappresentano ancora materiale che mi riporta a esperienze intense che mi hanno<br />

segnato, così come scrissi nel "Prologo" alla seconda edizione del libro "Droga, drogati e drogologi":<br />

«Mi pare onesto confessare che la mia prima esperienza coi tossici mi ha segnato profondamente: forse<br />

perché si è presentata con prepotenza nel mio cammino di vita, per nulla attesa o prevista, o forse<br />

perché ha interrotto strade e percorsi da me altamente desiderati e che già sembravano cosa fatta. In<br />

ogni caso gli anni spesi per fare il drogologo di provincia a me sono sembrati un'eternità perché, tra<br />

l'altro, mi hanno negato l'opportunità di realizzare pienamente le mie ricerche, a cui mi ero preparato<br />

fin da adolescente. Sento solo di aver attraversato un periodo di dura formazione che, nei fatti, mi ha<br />

definitivamente infranto qualsivoglia sicurezza di partenza: mi sento amputato come "Capitan Achab"<br />

e mi acceca il furore di arpionare al cuore "Moby Dick" e ricambiarle il torto. È per questo forse che mi<br />

son fatto trascinare di nuovo in mare, pronto nuovamente a singolar tenzone».<br />

Ma veniamo a passare in rassegna le singole foto che sono appartenute a questi antenati e che<br />

in parte ho già sfogliato nell'articolo "Giovani, disagio e inquinamento psiché" pubblicato nel n.<br />

30 di "Sociologia Urbana e Rurale".<br />

2 M. Loiacono, "Droga, drogati e drogologi", Ed. Bastogi, 1984. <strong>Nuova</strong> edizione aggiornata, Edicoop <strong>Nuova</strong> <strong>Specie</strong>, 1990.

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