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Libro intero - Nuova Specie

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approntare sul momento "comportamenti e risposte" adeguati. L'intera prova, dunque, funge da<br />

test-verifica della maturazione e del grado di autonomia, acquisite in precedenza dal soggetto.<br />

Infine, l'avvenuto superamento della prova diviene, sia per il soggetto protagonista che per il<br />

gruppo sociale di appartenenza, un test-conferma della conclusione del rito, del diritto del giovane<br />

a rientrare nella Comunità, a iniziare la vita tra le fasce adulte e acquisirne i diritti-doveri.<br />

In definitiva, l'accoppiata simbiotica "economia naturale-cataratta culturale", pur nei suoi<br />

limiti e sofferenze, permetteva nel villaggio-mondo di raggiungere e mantenere una vita<br />

personale abbastanza piena e completa come meccanismi e funzioni, e una vita sociale<br />

tendenzialmente unitaria, armonica, evolutibile, in grado di trasmettersi e creare discendenza.<br />

Un mondo ingabbiato che si è perpetuato per tantissimo tempo e nel quale sono nate molte delle<br />

istituzioni e categorie di vita a cui ancora oggi ci riferiamo.<br />

Questo mondo è sopravvissuto fino a quando non è stato completamente rivoltato e spazzato<br />

via, da una importante rivoluzione iniziata in sordina cinque secoli fa.<br />

4.2 La rivoluzione psicotica<br />

Vorrei darvi una lettura organica, se pur breve, di una rivoluzione nata in Occidente che ha<br />

spodestato vecchi equilibri, precedenti epistemologie, stagionate organizzazioni sociali e di vita.<br />

Vi sembrerà strano, ma le premesse stanno proprio nel tipo di "umanesimo" adottato secoli fa,<br />

l'ultima concezione dell'uomo prodotta dall'uomo stesso e non ancora superata.<br />

L'ultimo umanesimo<br />

Dunque, qual è l'ipotesi occidentale che fin ora ha dominato il mondo? qual è l'umanesimo<br />

dell'Occidente che ha fatto sì che i rapporti a livello mondiale divenissero di un certo tipo?<br />

Sembrerà strano, ripeto, ma l'umanesimo a cui noi ancora obbediamo è nato più di cinque<br />

secoli fa col Rinascimento italiano. Il Rinascimento non fu solo un periodo particolare di arti, di<br />

letteratura; fu un'ipotesi di come è fatto l'uomo, del rapporto che ha l'uomo con la realtà, con la<br />

natura, del rapporto che ha con gli altri popoli, con le diversità. Vediamo un po' se riusciamo a<br />

vedere molto brevemente quali sono le caratteristiche di questo Umanesimo.<br />

Prima caratteristica: l'uomo è una individualità terrena. Prima del Rinascimento, nel<br />

Medio Evo, sapete che l'uomo era visto incluso integralmente e strettamente nello spirituale, nel<br />

religioso, non aveva una propria individualità. Il Rinascimento rompe con questa tradizione e, in<br />

un certo senso, frammenta questo rapporto stretto con la spiritualità medievale: l'uomo diventa<br />

individuo che ha un riferimento in se stesso, nella propria umanità, quasi a dire “sono importante<br />

io e il mio rapporto concreto storico, il mio, rapporto con la concretezza della vita”, non “il mio<br />

rapporto con l'aldilà, con le realtà soprannaturali”. Conoscete sin dalle scuole medie quanto<br />

affermava Lorenzo il Magnifico: "quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia, chi vuol essere lieto<br />

sia, del doman non v'è certezza". Cioè godiamo di questa vita, stiamo nel mondo e godiamocelo.<br />

Una seconda caratteristica: l'uomo è il centro di tutta la sua realtà, l'uomo è il narciso della<br />

situazione, l'uomo è il sole di tutto il sistema: non la vita, ma l'uomo è il centro di tutto.<br />

Una terza caratteristica: l'uomo è importante nella visione della vita rinascimentale perché ha<br />

dentro di sé, dentro la propria ragione, le leggi che spiegano la natura e la possono rimodellare.<br />

Infatti, secondo questo umanesimo, la cosa più importante dell'uomo sono le facoltà razionali, e<br />

nelle sue facoltà razionali ci sono le leggi della Natura e della Vita che, una volta conosciute,<br />

possono modificare la natura per il godimento e dominio da parte dell'uomo stesso. In questo<br />

modo, la natura-vita diventa una cosa secondaria: non ha una sua specificità, non ha una sua<br />

autonomia, non ha una sua distinzione, al di fuori di ciò che coincide perfettamente col nostro<br />

mondo razionale. Ne consegue che la vita è distinguibile in due protagonisti: il soggetto, che è<br />

l'uomo; e l'oggetto, che è la natura, mai considerabile soggetto, ma sempre oggetto che posso<br />

trasformare a mio piacimento.<br />

Come vedete un umanesimo narcisista e psicotico: il centro della vita è l'uomo stesso (l'ultimo<br />

essere venuto alla vita appena alcuni milioni di anni fa); tutto è sottomesso alla sua ragione che è

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