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caccia di consiglieri e strateghi di guerra); tutti vantaggi di una "via brevis" al successo che in<br />
altri tempi bisognava conquistarsi a forza di gavetta e dimostrando particolare talento in ambiti e<br />
contesti particolari e di difficile accesso.<br />
La tossicodipendenza era diventata solamente un contenitore surrogato buono per tanti<br />
equilibri ed evenienze; una spettacolare cabala che stava determinando nuove distribuzioni di<br />
risorse e di potere e che, a ritmo vertiginoso, ingoiava i protagonisti in auge e presto concedeva la<br />
ribalta a nuovi conquistatori; a loro volta prossimi olocausti. In questa grande giostra si<br />
cominciarono a radicare fortemente, accanto agli operatori medici, alcune professioni di recente<br />
consolidamento quali psicologi, assistenti sociali, assistenti sanitari, sociologi, ecc., ognuno<br />
competente per specifiche sezioni. Ma, più ancora di tutti, cominciò a mettere tenda stabile il<br />
"volontariato", specie quello di ispirazione religiosa, mediante la formula delle "Comunità<br />
Terapeutiche". Questa nuova presenza "privato-sociale" da una parte creò nuovi ambiti di<br />
impegno e solidarietà, più stimolanti e coinvolgenti di quelli tradizionali (ormai in ribasso) rivolti<br />
ai poveri, ai malati, ai bisognosi; dall'altra, utilizzando finanziamenti pubblici e privati, contribuì<br />
a creare nuove professioni e nuove aree di parcheggio lavorativo, la fragilità delle quali non<br />
mancherà di manifestarsi pienamente.<br />
Nomadi della sanità<br />
E a dar man forte a questo esercito, più che nutrito, ci furono i fondi statali per la lotta alla<br />
droga, l'affannosa disponibilità delle famiglie, la diffusa cultura di solidarietà sociale, i piani di<br />
investimenti di molte Associazioni e Organizzazioni pubbliche e private.<br />
In questa abbondante offerta di attenzione e solidarietà, per i policonsumatori c'era modo di<br />
soddisfare le domande più varie e consumare ogni tipo di protagonismo, passando continuamente<br />
da un'occasione ad un'altra, come in un caleidoscopio, senza legarsi a contratti terapeutici o a<br />
rapporti personali forti con gli operatori.<br />
L'uso nello stesso soggetto di sostanze tra loro molto diverse cominciò a far emergere un<br />
problema nuovo per i Servizi, che tuttora è presente: il "nomadismo". Infatti, cambiava il Sevizio<br />
competente, man mano che dalle "pere" o dalle sostanze illegali si passava a quelle legali o che si<br />
aggiungeva una reazione ansiosa: dal CMAS si poteva passare al Servizio di Alcologia, al Centro<br />
di Igiene Mentale, a secondo dell'etichettamento fatto dal Servizio o, talora, dal desiderio di<br />
disfarsi di una utenza fastidiosa.<br />
Un vulcano spento<br />
Ma, a mio parere, questa metamorfosi della tossicodipendenza storica in "contenitore<br />
surrogato" di ordinaria amministrazione, segnò il declino definitivo delle Tossicodipendenze Giovanili<br />
come importante fenomeno-spia del disagio giovanile; esse, ormai, erano solo cenere residua<br />
di un fuoco divampato anni prima. Ma, grazie a questo vulcano spento, si poté verificare un<br />
periodo di fuorviante interregno, durante il quale silenziosamente si incubarono le nuove tipologie<br />
di disagio giovanile. Secondo la mia ricostruzione, i "genitori" di questo percorso di disagio hanno<br />
avuto un periodo di vita molto breve. La politossicodipendenza con l'84 cessò di essere "fenomeno<br />
vivo" e il testimone del disagio giovanile passò in mano ai "fratelli maggiori", l'ultimo ramo<br />
genealogico. Ebbi già modo nell'88 di manifestare nel N. 30 della rivista di Sociologia Rurale ed<br />
Urbana questa mia constatazione, che ho riportato tra le citazioni indicate sui fogli:<br />
«E veniamo alla mia stagionata convinzione che il fenomeno "Tossicodipendenze Giovanili" è in<br />
declino come "fenomeno vivo".<br />
Il lettore, statisticamente aggiornato, subito oppugnerà che simile affermazione è in grossolano<br />
contrasto coi numeri che girano circa i morti per droga, l'età di inizio, il numero dei consumatori, il<br />
volume di sostanze trafficate, ecc..<br />
Il contrasto potrebbe essere vero, ma per "fenomeno vivo" è da intendere l'aspetto qualitativo e non<br />
meramente di quantità; come a dire che la mole, pur maestosa, di una montagna nulla ha a che<br />
vedere con l'assetto, pur microscopico, di una cellula vivente. L'epifenomeno "droga", a mio parere, da<br />
qualche anno ha cessato di essere la più diretta e viva espressione di eventi strutturali che si stanno<br />
consumando in profondità. Anzi, paradossalmente, la sua attuale "straordinarietà" di numeri è<br />
proprio una delle più importanti manifestazioni di caduta della sua "straordinarietà" di fenomeno