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Studio sui ricongiungimenti familiari - Comune di La Spezia

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Cerco <strong>di</strong> farmi raccontare da Daysi episo<strong>di</strong> della sua vita scolastica, sia nella<br />

Repubblica Dominicana, sia qui, e lei mi <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> non ricordarsi il primo giorno <strong>di</strong><br />

scuola nel suo paese, ma ipotizza tuttavia che le abbia prodotto altrettanta<br />

ansia del primo giorno <strong>di</strong> scuola in Italia. E’ stata inserita a scuola poco dopo il<br />

suo arrivo qui e sostiene <strong>di</strong> non aver avuto gran<strong>di</strong> problemi con la lingua: “A<br />

parte forse un po’ la pronuncia e i paroloni gran<strong>di</strong>… no, perché si<br />

assomiglia un po’!”<br />

L’appren<strong>di</strong>mento dell’italiano ha avuto due canali: la televisione e la<br />

scuola. Mi riferisce con tono sod<strong>di</strong>sfatto l’approccio usato dalla sua scuola<br />

nell’aiutarla a imparare l’italiano. Le è stata infatti affiancata una me<strong>di</strong>atrice<br />

culturale: “c’avevo una maestra che sapeva lo spagnolo, una maestra solo<br />

per me che sapeva lo spagnolo e mi faceva… mi insegnava un po’ la<br />

grammatica.” <strong>La</strong> signora non era dominicana, ma parlava lo spagnolo e con lei<br />

ha fatto le trenta ore separandola dal resto della classe affinché apprendesse le<br />

basi della grammatica. Le chiedo se questo corso intensivo e personale <strong>di</strong><br />

italiano l’abbia aiutata e lei mi risponde: “Sì, tantissimo. Mi parlava bene e io<br />

capivo. C’ero anche un altro gruppo che ci portavano dalla classe, con<br />

degli italiani, che ci portavano e ci insegnavano a leggere.” <strong>La</strong> scuola non<br />

si è dunque accontentata dell’aiuto del me<strong>di</strong>atore, ma ha attivato delle proprie<br />

risorse interne per aiutare i ragazzi: “con dei professori italiani, mi sembra<br />

nella sala computer, e mi portavano lì e mi facevano leggere, <strong>di</strong>segnare…<br />

era più o meno un laboratorio.”<br />

Pochi mesi sono stati dunque sufficienti a Daysi Maria per giungere ad<br />

una buona comprensione della lingua e per padroneggiare più che<br />

<strong>di</strong>scretamente la grammatica; sostiene infatti che quando si è trasferita alla<br />

scuola me<strong>di</strong>a l’unica cosa <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>fettava era un ricco vocabolario. In questa<br />

nuova classe sono cinque gli stranieri: tre dominicani, un’albanese e un<br />

algerino. Tutti e cinque padroneggiavano già l’italiano, ma gli insegnanti si<br />

prendono lo stesso cura <strong>di</strong> loro in modo attento: “per esempio per correggere<br />

i compiti la Prof. a volte ci portava da qualche altra parte da soli e così li<br />

leggevamo con lei. […] Tra <strong>di</strong> noi è un bel rapporto.”<br />

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