Studio sui ricongiungimenti familiari - Comune di La Spezia
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non la capisci proprio…Qua o si portano o piccoli, o gran<strong>di</strong> per lavorare,<br />
magari a <strong>di</strong>ciassette anni… Dico portandolo qua <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciassette, quasi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ciotto… ché già quando ha <strong>di</strong>ciassette anni comincia a lavorare, fa una<br />
vita normale, però per stu<strong>di</strong>are, per carità!” Alla fine dell’intervista torno su<br />
quest’argomento e le chiedo come mai, nonostante ci sia questa<br />
consapevolezza, tutti i dominicani tendano a portare i figli qui proprio nell’età<br />
dell’adolescenza e lei risponde: “Perché noi pensiamo che, sì, è così, che<br />
lasciandolo laggiù noi possiamo per esempio lavorare <strong>di</strong> più e spendere<br />
<strong>di</strong> meno e poter fare una casetta, qualcosa, ammucchiare qualcosa <strong>di</strong><br />
sol<strong>di</strong>. E infatti è vero, perché se io non faceva così prima <strong>di</strong> iniziare una<br />
casa laggiù, non lo facevo mai più….” Persuasa dalla sua risposta le<br />
domando allora perché non abbia atteso ancora qualche anno prima <strong>di</strong> farli<br />
venire e lei mi mette davanti alle <strong>di</strong>fficoltà burocratiche del Ricongiungimento:<br />
“Non si sa come va in Questura, per esempio con Josè abbiamo avuto<br />
tante <strong>di</strong>fficoltà a farlo arrivare qua… E allora figurati un po’ si quando uno<br />
aspetta che già hanno fatto <strong>di</strong>ciassette anni per portarlo qua per lavoro,<br />
poi c’è la paura che non fai tempo e rimane là il figlio. Perché anche se<br />
uno <strong>di</strong>ce che uno sbaglia de portarlo qua quando è ancora giovane, però<br />
almeno dentro <strong>di</strong> sé uno <strong>di</strong>ce che i documenti ce l’hanno. Perché un<br />
domani non possono <strong>di</strong>re: -No tu sei andato in Italia e mi hai lasciato qua<br />
nel mio paese senza documento, senza niente e hai fatto una cattiveria…-<br />
almeno quello!”<br />
Mi racconta poi la vicenda <strong>di</strong> una ragazza che ha frequentato il Liceo con<br />
successo, qui alla <strong>Spezia</strong>, dalla prima fina alla quinta, e quando le mancava un<br />
mese al <strong>di</strong>ploma ha cominciato <strong>di</strong> nascosto a non frequentare più, rifugiandosi<br />
in soffitta: il motivo è stato che si era innamorata <strong>di</strong> un ragazzo e quando è finita<br />
la storia con lui ha abbandonato tutto. I genitori della ragazza sono <strong>di</strong>sperati<br />
vedendo le aspettative riposte su questa figlia, una delle poche che<br />
sembravano riuscire, infrante per una delusione amorosa; senza contare i<br />
sacrifici caduti nel vuoto. “Tu ti immagini come sono le ragazze adesso?<br />
Che gioventù! E’ dura adesso, perché ci sono tante cose cattive in giro!”<br />
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