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Studio sui ricongiungimenti familiari - Comune di La Spezia

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“Sono giovani e pensano che i figli sono un giocattolo… e non sono un<br />

giocattolo, sono una responsabilità.”<br />

Mariela riba<strong>di</strong>sce che comunque le più gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà le ha con il<br />

maschio, perché le femmine, anche se sono rimaste incinte e si sono<br />

innamorate della persona sbagliata, sono comunque più controllabili e gestibili,<br />

mentre il giovane viene descritto proprio come una testa calda. E’ arrivato in<br />

Italia quin<strong>di</strong>cenne e si è iscritto ad una scuola me<strong>di</strong>a, dove dopo pochi giorni <strong>di</strong><br />

frequenza, assieme ad un compagno ha causato parecchi danni all’e<strong>di</strong>ficio. Ha<br />

frequentato pochissimo e dopo quell’anno non è più andato. Anche a Santo<br />

Domingo aveva la stessa repulsione per la scuola: “Non gli piace, neanche<br />

laggiù! Quando gli parlo <strong>di</strong> andare a scuola mi <strong>di</strong>ce: - Allora mi fai<br />

<strong>di</strong>ventare pazzo e io <strong>di</strong>ventare pazzo non voglio… Anche laggiù mi faceva<br />

lo stesso.” Non è riuscito a conseguire la licenza me<strong>di</strong>a né qui, né a Santo<br />

Domingo; aggiunge che invece le femmine avevano un'altra indole, avendo<br />

frequentato corsi <strong>di</strong> inglese e <strong>di</strong> informatica quando erano ancora a casa,<br />

mentre qui, benché stessero andando bene, hanno trovato un po’ <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà<br />

“tra la lingua e i compagni… e allora lì all’uscita <strong>di</strong> scuola si vede che<br />

hanno trovato questi ragazzi e abbiamo perso il tutto per tutto. E così è<br />

andata!”<br />

Le chiedo se secondo lei si sono un po’ persi venendo qui, o se pensa<br />

che sarebbero capitate cose simili anche in patria e lei mi fa un <strong>di</strong>scorso molto<br />

simile a quello fatto nella conclusione dell’indagine statistica sugli andamenti<br />

scolastici dei minori ricongiunti, <strong>di</strong>scorso tra l’altro <strong>di</strong>scusso e approvato anche<br />

da tutta la letteratura: “Penso che è meglio portarli quando sono piccoli,<br />

perché portandoli piccoli qua, si adattano più facili alla lingua, e si<br />

ambientano più facile agli amici che conoscono piccoli, crescendo,<br />

magari uno le <strong>di</strong>ce: - No io non devo finire la scuola! – E magari l’amico gli<br />

<strong>di</strong>ce: -No, finiamo, facciamo vedere alla mamma!- E così… Direi<br />

portandolo qua <strong>di</strong> quattro o cinque anni, perché dopo che sono gran<strong>di</strong>,<br />

essendo abituati a laggiù, a tutto quello che c’è laggiù, alla scuola, a tutto<br />

quanto, che è tanto <strong>di</strong>verso <strong>di</strong> quello che c’è qua, trovarsi qua è un mondo<br />

perso per loro. E uno come mamma non capisci questa cosa, non capisci,<br />

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