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Studio sui ricongiungimenti familiari - Comune di La Spezia

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compito che si possa affidare esclusivamente a ragazzini <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci o <strong>di</strong>ciassette<br />

anni, ma la loro presenza potrebbe giovare ad entrambi.<br />

Questa è una proposta che mi porta in realtà a riflettere su un’altra importante<br />

questione. Si tratta <strong>di</strong> una constatazione fattami durante molte interviste e dalla<br />

me<strong>di</strong>atrice in particolare: la mancanza <strong>di</strong> spazi per i ragazzi, luoghi dove<br />

possano comunicare, confrontarsi, darsi consigli e incoraggiarsi.<br />

Parlando con i ragazzi sembra che uno dei rari punti <strong>di</strong> ritrovo sia il Don Bosco,<br />

parrocchia che negli ultimi anni ha saputo tirare fuori il meglio dai ragazzi che lo<br />

frequentavano assiduamente. Sono spazi come questi che richiedono<br />

l’appoggio delle istituzioni, in quanto qui, mi pare, qui si promuove quel clima <strong>di</strong><br />

stabilità, <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong> confronto che un istituto come il<br />

Ricongiungimento Familiare non può magicamente creare da solo.<br />

Questa è una pratica burocratica che, come sottolineato fin dall’analisi<br />

della letteratura in merito, può sottendere i più <strong>di</strong>versi intenti e progetti. <strong>La</strong> sua<br />

riuscita <strong>di</strong>pende esclusivamente da come viene gestito, da come si accoglie il<br />

migrante che fa ingresso nel nuovo contesto; è evidente che un’attenzione<br />

particolare dovrebbe essere riservata alle fasce deboli della società civile, cioè<br />

ai minori e alle donne. L’ingresso <strong>di</strong> queste ultime solleva tutta una serie <strong>di</strong><br />

questioni, altrettanto delicate <strong>di</strong> quelle dei minori, che nel corso <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o<br />

si sono solo intraviste.<br />

Se ci sono casi in cui l’istituto produce buoni frutti, come quello <strong>di</strong> Pedro, ciò<br />

<strong>di</strong>pende dalla buona volontà della famiglia che si è però trovata in una<br />

con<strong>di</strong>zione favorevole per prendersi cura del proprio figlio. Non è <strong>di</strong>sinteresse o<br />

trascuratezza quella che porta alcuni ragazzini a gestire la propria vita da soli,<br />

ma semplicemente l’impossibilità per alcune famiglie <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care il tempo<br />

necessario all’educazione del figlio poiché non si può ignorare che costoro<br />

devono risolvere innanzi tutto le questioni economiche.<br />

Un’ultima annotazione mi sento <strong>di</strong> farla nei confronti <strong>di</strong>retti della comunità<br />

dominicana: questa, mi pare, sta commiserando se stessa, piangendo un quasi<br />

totale abbandono delle istituzioni. Se non li si può biasimare per questo,<br />

sentimento però che con<strong>di</strong>vidono con tutti gli altri migranti, non si può ignorare<br />

che sono proprio i suoi figli a perdersi più numerosi sulle strade. Questa è una<br />

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