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di Stefano Di Marino - Words from Italy

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Sorprendendo tutti, partì con un gran calcio, che raggiunse i testicoli<br />

dell’avversario, <strong>di</strong>pingendo una smorfia comica sul viso prima sprezzante del<br />

malese. L’uomo cadde a terra a corpo morto.<br />

Il rasoio rotolò lontano con un rumore metallico.<br />

Fu allora che il cinese che stava sopra Jaga si girò. Stravolto, riallacciò<br />

la patta dei calzoni con un gesto veloce, poi assunse una posizione <strong>di</strong><br />

combattimento.<br />

Sebbene fosse a mani nude, si intuiva in lui la sicurezza del combattente<br />

nato. Non si sarebbe lasciato sorprendere. Julius deglutì. Aveva visto il cinese<br />

allenarsi al Kung Fu sulla tolda, i giorni precedenti. Capace <strong>di</strong> sbriciolare tre<br />

tegole <strong>di</strong> coccio con un solo colpo...<br />

Lo sguardo <strong>di</strong> Julius intercettò quello del marinaio: una luce fredda, omicida,<br />

sprigionata da occhietti piccoli e cattivi.<br />

Ora era in missione, non si trattava più <strong>di</strong> una rissa tra marinai, ma <strong>di</strong> un<br />

pericolo mortale.<br />

Il marinaio cinese era un esperto, si muoveva con la certezza <strong>di</strong> avere la<br />

morte nelle mani.<br />

Soffiando sonoramente, l’orientale scalciò verso l’italiano.<br />

Erano passati anni da quando Julius si era guadagnato da vivere a Bangkok<br />

facendo il pugile Thai, ma la vecchia abilità non era del tutto scomparsa. Non<br />

per nulla sul braccio aveva tatuato il trigramma del Viandante, una delle più<br />

antiche e segrete sette marziali asiatiche.<br />

Evitò il calcio con una piccola botta sul palmo della mano, scivolando<br />

nella guar<strong>di</strong>a del cinese. Sapendo dove colpire affondò il gomito nella coscia<br />

dell’avversario, che emise un grugnito, intercettato a metà della sua azione<br />

d’attacco.<br />

Il dolore lancinante rese impreciso il marinaio, che mulinò un pugno in aria<br />

senza cogliere il bersaglio.<br />

<strong>Di</strong>sgraziatamente per Julius, il cinese non era un pivello: <strong>di</strong> risse doveva<br />

averne vissute e vinte parecchie.<br />

Lo colpì con il palmo della mano proprio sotto il mento.<br />

Per l’italiano fu come essere raggiunto dal calcio <strong>di</strong> un mulo: rimbalzò<br />

in<strong>di</strong>etro, andando a rovinare su una credenza.<br />

Uno scossone della nave tradì il cinese facendolo barcollare per un attimo.<br />

Julius ne approfittò per caricare a testa bassa. Sentì un uff quando il suo cranio<br />

colpì lo stomaco del marinaio.<br />

— 6 —

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