di Stefano Di Marino - Words from Italy
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AppuntAmento A SAmAringA<br />
— Al condannato non si rifiuta mai.<br />
— C’è qualcos’altro oltre che una passeggiata che desidereresti?<br />
Detta così era inequivocabile...<br />
Salirono agli ascensori che costeggiavano la hall <strong>di</strong>cendosi frasi senza senso<br />
e ridendo <strong>di</strong> esse. Come due innamorati.<br />
Sotto gli occhi scandalizzati del lift Jade lo baciò a tutta bocca, aderendo con<br />
tutto il suo corpo a quello <strong>di</strong> lui. Senza praticamente pronunciare più una parola<br />
giunsero alla camera <strong>di</strong> Julius.<br />
Il corridoio era deserto. Lui la inchiodò alla porta passandole le labbra lungo la<br />
linea del collo sino a scendere all’attaccatura dei seni.<br />
Jade prese a respirare rumorosamente, sollevando una gamba fino ad<br />
avvinghiare le reni <strong>di</strong> Julius a sé.<br />
<strong>Di</strong> nuovo le loro labbra si incontrarono, mentre le <strong>di</strong>ta dell’uomo scorrevano<br />
esperte lungo il corpo della ragazza.<br />
Scivolarono in camera avvinghiati l’uno all’altra.<br />
— Aspetta — sibilò lei staccandosi per un attimo dal focoso abbraccio <strong>di</strong><br />
Julius. L’aiutò a <strong>di</strong>sfarsi degli abiti facendolo abbandonare supino sul grande letto<br />
antistante la finestra che dava sul porto.<br />
Julius si abbandonò alla sensazione squisita che Jade gli stava provocando.<br />
La testa vuota, le membra pesanti, era lontanissimo dalla missione.<br />
Sentì frusciare a terra gli abiti <strong>di</strong> Jade. Indosso non portava che un minuscolo<br />
slip <strong>di</strong> raso nero.<br />
Presto scomparve anche quello.<br />
— Lascia fare a me — gli sussurrò la ragazza con il respiro affannoso. Si<br />
impalò su <strong>di</strong> lui in una complicata posizione che pareva provenire <strong>di</strong>rettamente<br />
dalla versione cinese del kamasutra.<br />
Le mani <strong>di</strong> Julius le strinsero le natiche facendola inarcare sulla schiena.<br />
Poteva vederne i muscoli tesi, forti, che accompagnavano il movimento delle<br />
anche ritmato dal respiro irregolare <strong>di</strong> lei.<br />
Fu allora che la cinese si irrigidì per un attimo, emettendo un piccolo grido.<br />
Poi, come al rallentatore, scivolò su un fianco, andando a posare il capo<br />
nell’incavo della spalla <strong>di</strong> Julius.<br />
Questi le passò le <strong>di</strong>ta lungo il profilo del volto. Avrebbe mai più rivisto Jade?<br />
Poco importava, contava l’attimo intensissimo che avevano vissuto. L’indomani<br />
sarebbe cominciata un’altra vita.<br />
Si attardò a osservare la ragazza che riposava, sudata e sod<strong>di</strong>sfatta. I capelli<br />
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