di Stefano Di Marino - Words from Italy

AppuntAmento A SAmAringA
sangue di uno dei pistoleri.
— Non è ancora finita — fece roco Stark, ma anche lui faticava a trattenere
l’entusiasmo. Avevano fatto polpette degli avversari senza ricevere neppure un
graffio.
Liberarono il camion dai cadaveri e si rimisero in marcia. Stark e Julius
davanti, e gli altri due dietro, pronti a polverizzare chiunque si mettesse sulla loro
strada. Pareva proprio che il tradimento di Hakermann verso Kono non dovesse
consumarsi.
— Sembra di essere ai vecchi tempi, eh? — ghignò Stark.
Per lui quando si impiombava qualcuno erano sempre “i vecchi tempi”.
A Julius dava il voltastomaco, ma era la sua vita. Se l’era scelta, e piangerci
sopra adesso non l’avrebbe mondato dei suoi peccati. La paura era scomparsa,
perlomeno.
Viaggiavano da qualche minuto quando qualcosa di indistinto si frappose tra
loro e la strada.
Memore dell’assalto di cui era stato protagonista, Stark prese le sue
precauzioni. Lo Spas era già pronto a far fuoco attraverso il buco del lunotto.
Julius lo trattenne per un braccio. Aveva riconosciuto la figura improvvisamente
comparsa dinanzi a loro.
Jaga Thanut.
Indossava un abito da battaglia e reggeva in pugno la .357 Magnum con cui
aveva staccato il braccio al cinese sulla nave.
Era sporca di sangue, ma non era il suo.
— Julius, devi aiutarmi — disse come se conoscesse già i particolari della
situazione.
— Passiamole sopra e andiamo avanti — ringhiò Stark, già pronto a premere il
dito sul grilletto.
— Ascoltiamola! — tuonò Julius.
Sulle labbra di Stark stava prendendo forma una bestemmia. Si trattenne
notando la canna dell’UZI puntata contro il suo petto.
— Lo sapevo — disse a denti stretti.
— Non sapevi un accidente, voglio sentire cosa dice la ragazza, poi andiamo
avanti.
Jaga era stravolta. Stringeva la pistola spasmodicamente. — Non riuscirete a
scappare con la droga — disse.
— Non metterti in mezzo, Jaga, tu non c’entri.
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