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di Stefano Di Marino - Words from Italy

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4<br />

Chen aveva gli occhi fuori dalle orbite.<br />

I due stranieri che parlavano tra loro in quell’i<strong>di</strong>oma incomprensibile erano<br />

sicuramente pazzi. Lanciare le cabine a quella velocità significava sottoporre<br />

i cavi a una tensione troppo forte perché la sopportassero. Si sarebbero<br />

schiantate in mare. I pur pochi passeggeri sarebbero morti.<br />

E la responsabilità sarebbe stata sua... A meno che...<br />

Agì d’impulso. Come una molla scattò in avanti approfittando dell’eccitazione<br />

dei due sovietici. Le sue <strong>di</strong>ta attanagliarono il pulsante rosso premendolo<br />

spasmo<strong>di</strong>camente.<br />

— Maledetto! — urlò Daniov più rivolto a se stesso che al cinese; si era<br />

<strong>di</strong>stratto. L’idea <strong>di</strong> condannare a morte degli innocenti assieme al tra<strong>di</strong>tore e<br />

all’agente imperialista l’aveva turbato tanto da fargli sottovalutare l’abnegazione<br />

del guar<strong>di</strong>ano.<br />

Un attimo dopo il rombo <strong>di</strong> una sirena si <strong>di</strong>ffuse in tutto il complesso. Tutto si<br />

svolse alla massima velocità.<br />

Chen rotolò per terra alla ricerca <strong>di</strong> un’improbabile salvezza. Kilsky imprecò.<br />

Daniov sparò al cinese, mancandolo <strong>di</strong> misura col primo colpo e cogliendolo<br />

al polpaccio col secondo.<br />

Le guar<strong>di</strong>e del corridoio scattarono, pistole alla mano.<br />

Chen urlò <strong>di</strong> dolore. Kilsky imprecò <strong>di</strong> nuovo.<br />

— Via <strong>di</strong> qui — si decise a gridare Daniov trascinando lontano il suo collega;<br />

se li beccavano era la Siberia assicurata.<br />

Ammesso che prima non li linciassero.<br />

Tanto il tra<strong>di</strong>tore non si sarebbe salvato.<br />

Imboccarono l’uscita scorgendo con la coda dell’occhio le guar<strong>di</strong>e armate<br />

che sopraggiungevano.<br />

La cabina lanciata a folle velocità oscillava paurosamente nel vuoto. Il sistema<br />

<strong>di</strong> frenaggio automatico era stato escluso dalla sala coman<strong>di</strong>, e sui cavi<br />

metallici le pulegge sfrigolavano con scintillii sinistri.<br />

— Aiuto, aiuto! — urlava Rakov in piena crisi isterica. I suoi nervi già provati<br />

— 24 —

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