di Stefano Di Marino - Words from Italy

AppuntAmento A SAmAringA
Dovevano correre se volevano giungere al Cormorano prima di Matsushita.
Per amore o per forza Patrizia avrebbe dato loro un passaggio sino a Sumatra.
Alla luce livida dell’alba la giungla si popolava di ombre inquietanti.
Figure dai contorni stravaganti, confusi sino a qualche ora prima nel buio più
assoluto, prendevano forma perseguitando i fuggiaschi sulla via della salvezza.
Julius guidava il gruppo, fucile spianato e respiro corto per l’affanno.
Sino ad allora era andato tutto fin troppo bene. Gli avvenimenti avevano preso
una piega che, seppure nelle maggiori difficoltà, aveva risolto in parte i suoi
problemi.
La droga era andata distrutta e il colonnello Kasparoff poteva dire addio ai soldi
che avrebbero dovuto finanziare il risorto partito comunista malese.
Oltre a ciò Julius evitava di dover tradire i suoi complici, cosa che l’aveva
impensierito sin dall’inizio di quell’avventura. Sull’altro piatto della bilancia c’erano
gli yakuza. Matsushita Kono non avrebbe mollato la presa tanto facilmente.
Prima di tutto per la vendetta nei confronti di Hakermann e poi per i rubini. Se il
giapponese, e Julius era certo che fosse così, aveva visto la valigetta portata da
Thran, avrebbe fatto di tutto per impossessarsene.
Corsero per una decina di minuti, impediti dal peso delle armi e dall’intrico
della vegetazione.
La spiaggia dove era ancorata la barca di Patrizia non era lontana che una
cinquantina di metri. Se riuscivano a salirvi senza incontrare i giapponesi
avevano una possibilità di farcela senza subire alcuna perdita.
Dal cielo un tuono brontolò tra le nuvole nere.
Si era alzato un vento potente che agitava le piante, accompagnato da grosse
gocce calde di pioggia. Si avvicinava un’altra tempesta.
La spiaggia.
Una lingua bianca tra il muro verde oliva della foresta e la distesa blu del mare
prossimo alla tempesta.
Fortunatamente nella piccola baia le correnti erano calme e la tempesta
imminente non intimidiva più di tanto. Una volta in mare aperto sarebbe stato
diverso...
Julius scandagliò la spiaggia con lo sguardo. Nulla di anormale. Alcune nasse
di fibra intrecciata, un catamarano dalla vela variopinta ripiegata sull’albero, il
continuo sciabordare dei flutti sul litorale. Via libera.
— Andiamo, svelti! — esclamò Julius correndo verso lo scafo del catamarano.
Era un’imbarcazione sufficientemente grande per trasportarli tutti a bordo del
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