di Stefano Di Marino - Words from Italy

AppuntAmento A SAmAringA
foga, sino a che la carne si scontrò con la carne e il piacere dell’uno fu unito a
quello dell’altra.
Vincendo la forza di lei che tentava di divincolarsi, Julius l’inchiodò
prendendola per le anche. La penetrò con violenza strappandole un urlo misto di
dolore e piacere.
Il suo corpo emanava un piacevole calore accanto a quello di Julius. Questi
socchiuse gli occhi per un attimo. Si sentiva stanchissimo, per un momento
desiderò ascoltare solo il rumore del mare e il battito del proprio cuore.
Udì il rombo dei motori come lontanissimo, poi sempre più vicino, sino a farsi
insopportabile.
— Che succede? — esclamò Patrizia destata di soprassalto dal torpore che
l’aveva presa dopo l’amore.
— Un idrovolante — Julius la trascinò al riparo delle palme. Un grande uccello
bianco e acciaio aveva compiuto un largo giro nel cielo, per andare a posarsi nel
tratto di mare antistante la spiaggia.
L’idrovolante borbottò ancora un poco, poi anche l’ultimo motore si spense.
Qualcuno gridò dalla spiaggia. Lo Shang. Il cinese e alcuni dei pistoleri ai suoi
ordini erano comparsi armati di tutto punto sul litorale.
Julius focalizzò il portello dell’idrovolante, che si aprì con un rumore secco.
Fu calata una scaletta che arrivava fino alla sabbia. Scesero due uomini che
indossavano abiti color kaki pieni di giberne. Imbracciavano mitragliette Mark 7 e
Car 15 . Giapponesi.
Fronteggiarono per un attimo gli uomini del cinese guardandoli con disprezzo.
Infine dall’idrovolante emerse una figura tarchiata. Sessant’anni circa, viso
tagliato con l’accetta e un anacronistico doppio petto perfettamente in piega.
I due guardiani si inchinarono cerimoniosi e, suo malgrado, anche Lo Shang
dovette porgere il suo omaggio al nuovo venuto. Sulla sua identità Julius non
aveva dubbi: quello era Matsushita Kono, l’Oyabun dello Yakuza di Osaka.
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