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di Stefano Di Marino - Words from Italy

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Julius lo conosceva; un incapace che desiderava giungere alla pensione<br />

senza grane. Avrebbe affossato l’operazione con la scusa che una rinascita del<br />

MCP era improbabile e comunque lontana nel tempo.<br />

Toccava a Julius muoversi, rischiare.<br />

Il compenso? Oliver aveva parlato <strong>di</strong> un fondo segreto per eventualità come<br />

queste, ma <strong>di</strong> sicuro la cifra non sarebbe stata adeguata al rischio che Julius<br />

avrebbe affrontato.<br />

Era una questione <strong>di</strong> principio.<br />

E su queste cose Julius non era tipo da <strong>di</strong>scutere.<br />

Imponenti e regali nella loro perfezione, gli anelli intarsiati nel legno che<br />

narravano la storia cinese troneggiavano nel lussuoso roof del Mandarin Hotel,<br />

in piena Orchard Road.<br />

A Singapore la notte calava prestissimo. Fuori l’oscurità era già totale.<br />

Julius si <strong>di</strong>resse al Casinò, all’ultimo piano dell’albergo.<br />

Eleganti impiegate cinesi esibivano gambe lunghe e abiti occidentali.<br />

Mandarine dalla pelle quasi bianca e dal portamento altero. I primi cinesi che<br />

si erano stabiliti a Singapore, la classe <strong>di</strong>rigente, venivano da Shanghai.<br />

Erano tutti nazionalisti legati a Chiang Kai Shek e al Green Pang, la società<br />

che lo aveva sostenuto e che dopo la vittoria <strong>di</strong> Mao si era stabilita a Taiwan e<br />

Singapore.<br />

La sala da gioco era dominata da velluti rossi e neri, con pennellate d’oro<br />

sui complicati simboli cinesi intarsiati in paraventi laccati tra una sala e l’altra.<br />

Julius cambiò un migliaio <strong>di</strong> dollari in fiches e cominciò a familiarizzare con<br />

il luogo dell’appuntamento con il misterioso informatore <strong>di</strong> Oliver.<br />

La clientela era ricercata ed elegante.<br />

Ricchi cinesi e in<strong>di</strong>ani impeccabilmente vestiti, accompagnati da mogli<br />

ingioiellate e da amanti cinesi dal viso <strong>di</strong> porcellana.<br />

Per la sala giravano numerose ragazze gan bei, una sorta <strong>di</strong> hostess,<br />

assunte per tener compagnia agli uomini soli e per invitarli al gioco.<br />

A malincuore Julius respinse una <strong>di</strong> esse, sensualissima nel vestito <strong>di</strong><br />

mussola nera aperto sino all’anca. Non indossava visibilmente altro.<br />

Meglio essere prudenti; al momento del contatto Julius voleva essere solo.<br />

Fece un paio <strong>di</strong> giri alla roulette perdendo vergognosamente. Sfortunato alle<br />

carte... Alzò le spalle con un sorriso, incrociando nuovamente lo sguardo della<br />

ragazza gan bei.<br />

— 16 —

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