di Stefano Di Marino - Words from Italy
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Chen si costrinse a non volgere lo sguardo verso la tastiera attorno a cui<br />
Kilsky stava manovrando.<br />
La pistola puntata contro <strong>di</strong> lui era un monito sin troppo chiaro a non tentare<br />
i<strong>di</strong>ozie. Ma...<br />
L’interlocutore <strong>di</strong> Julius era un uomo sofferente, <strong>di</strong> più, spaventato. Cercava<br />
<strong>di</strong> farsi più piccolo nell’abito stazzonato, troppo pesante per l’umido che<br />
regnava nella cabina.<br />
Le mani si muovevano continuamente, come agitate da un costante<br />
tremolio. — Temevo <strong>di</strong> non poter mai arrivare a contattarvi — <strong>di</strong>sse quando si<br />
fu assicurato del legame tra Julius e Oliver. — Sospettano <strong>di</strong> me — mormorò<br />
come in una confessione.<br />
— Siete stato seguito? — domandò con apprensione l’italiano. Il russo si<br />
asciugò la fronte ma<strong>di</strong>da con un fazzoletto <strong>di</strong> lino bianco già zuppo. Scosse<br />
energicamente il capo.<br />
— No, o almeno spero.<br />
— Fatevi coraggio, qui non ci siamo che noi, abbiamo preso abbastanza<br />
precauzioni.<br />
— Avete ragione, ma io non resisto più, non voglio tornare all’ambasciata.<br />
Si metteva male, se il russo avesse defezionato scopertamente, i suoi<br />
connazionali avrebbero mangiato la foglia. D’altra parte in quello stato<br />
rischiava <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>rsi da un momento all’altro, il che era anche peggio.<br />
Fuori dalle loro grinfie non avrebbe potuto confessare ciò che aveva rivelato<br />
al nemico.<br />
Julius sospirò. Meglio affrontare un problema alla volta.<br />
— Ora ci sono io a proteggervi, vedremo cosa si può fare.<br />
Il poveraccio guardò con simpatia chi gli assicurava protezione. Poi fu<br />
assalito dal sospetto.<br />
Julius lo intuì nella luce dei suoi occhi. Il russo si sentiva manovrato. Ebbe<br />
paura che decidesse <strong>di</strong> tenere il becco chiuso. Si erano persi contatti migliori<br />
per molto meno.<br />
Nel giro <strong>di</strong> pochi secon<strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> ipotesi e <strong>di</strong> pensieri dovettero attraversare<br />
la mente del russo. Poi domandò con voce supplichevole: — Davvero non mi<br />
lascerà in mano a quella gente?<br />
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