di Stefano Di Marino - Words from Italy

talpa infiltrata era rimasta inviolata.
Quella notte, seguendo il mercenario italiano, i due russi sentivano di
poter finalmente mettere il sale sulla coda all’informatore che stava da mesi
rimpinguando il carniere di Oliver. L’operazione era della massima importanza,
il colonnello Kasparoff stesso si era raccomandato di bloccare qualsiasi fuga di
notizie.
Kilsky e Daniov non conoscevano nei dettagli l’operazione segreta che
Kasparoff stava conducendo in Estremo Oriente, ma avevano intuito che
qualsiasi fuga di notizie potesse avere conseguenze drammatiche.
Non erano dei bruti, ma degli onesti soldati pronti a tutto per la Rodina, la
patria.
La consegna era di stroncare la fuga di notizie, e loro avrebbero operato in
tal senso. In qualsiasi modo, per quanto spiacevole potesse rivelarsi.
Singapore, dalla gigantesca torre che reggeva il secondo troncone della
funivia che collegava Sentosa alla città, pareva un caleidoscopio di luci che
brillavano nella notte. Migliaia di navi erano alla fonda nella baia, in lontananza
si poteva scorgere la costa malese. Uno spettacolo fantastico.
Julius rimase un attimo a osservare il panorama dalla grande vetrata
prospiciente l’ingresso del secondo braccio della funivia. Piccoli ovali d’acciaio
e plexiglass che sorvolavano la baia illuminata.
Anche a quell’ora di notte il servizio funzionava per coloro che volevano
provare un’emozione in più. Per lo più coppie di innamorati alla ricerca di uno
scenario romantico.
Chi era il misterioso informatore di Oliver?
Questi aveva assicurato che Julius sarebbe stato riconosciuto dal semplice
segno che aveva compiuto al tavolo da gioco poco prima. Lo stratagemma
pareva aver funzionato. Ma ora? Forse il croupier aveva comunicato i suoi
connotati all’informatore.
Si avviò verso la cabinovia. Un impiegato cinese alzò gli occhi da una rivista
porno di importazione, vietatissima a Singapore, allungandogli un biglietto.
L’ovovia si arrestò il tempo necessario perché Julius potesse salire a bordo.
Un attimo prima che l’addetto richiudesse la portiera metallica un uomo giunse
di corsa, infilandosi a sedere vicino a Julius. Un europeo vestito malamente,
con il viso segnato dalla stanchezza.
Il mercenario udì il rumore secco del chiavistello che si agganciava e la
cabina si rimise in moto con un lento rollio.
— 20 —