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di Stefano Di Marino - Words from Italy

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Durò così per una decina <strong>di</strong> minuti, finché uno dei guar<strong>di</strong>ani non lanciò<br />

un richiamo. Il Dakota stava arrivando. Un grande uccello nero, d’acciaio,<br />

che volava basso in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Samaringa. Subito furono accese le luci <strong>di</strong><br />

atterraggio. Il sistema <strong>di</strong> fari progettato da Julius avrebbe garantito la massima<br />

visibilità al momento dell’atterraggio al pilota del Dakota.<br />

La notte prese luce e le figure dei pistoleri si ersero drammatiche sugli<br />

scogli. Il comitato <strong>di</strong> ricevimento era pronto.<br />

Il Dakota planò delicatamente, prendendo le misure con abilità, fino ad<br />

atterrare sulla pista costruita sugli scogli.<br />

Un rumore <strong>di</strong> cingoli, i carrelli che sfrigolavano, una serie <strong>di</strong> abili manovre.<br />

Per un attimo i guar<strong>di</strong>ani temettero <strong>di</strong> aver sbagliato i calcoli, che la pista<br />

fosse troppo corta, che il Dakota si schiantasse sulle rocce.<br />

Tutto bene, l’atterraggio fu compiuto con una precisione professionale che<br />

strappò agli astanti un urlo <strong>di</strong> incoraggiamento. Illuminati dai riflettori alcuni<br />

uomini scesero dalla carlinga. Un vecchio canuto con una barbetta caprina<br />

balzò agilmente a terra reggendo tra le mani una valigetta. Thran Lee!<br />

Il capo dei pistoleri gli si fece incontro, mentre dalla giungla i fari <strong>di</strong> una jeep<br />

lampeggiavano due volte.<br />

Nessuno si accorse delle ombre che comparvero come dal nulla lungo gli<br />

scogli...<br />

Hakermann depose la katana nel fodero. Un maestro zen considerava la<br />

spada non un mezzo d’offesa, ma uno strumento con cui <strong>di</strong>struggere la propria<br />

paura; la propria follia.<br />

Ma quella notte i fantasmi erano troppo spaventati per essere affrontati<br />

da Hakermann. In ogni caso la lama <strong>di</strong> Muramasa chiedeva il suo tributo <strong>di</strong><br />

sangue.<br />

— Sono arrivati — annunciò Jaga dalla porta dello stu<strong>di</strong>o.<br />

— Bene, non si può più tornare in<strong>di</strong>etro.<br />

Julius aveva appena ascoltato l’or<strong>di</strong>ne proveniente dalla villa <strong>di</strong> Hakermann.<br />

Se ogni cosa filava liscia, entro poche ore tutto sarebbe finito. Altrimenti...<br />

Il mercenario salì a bordo del camion, dove gli altri erano già in posizione.<br />

L’autista, un malese unto e sporco, fece girare la chiave provocando il<br />

gracchiare del motorino d’accensione.<br />

Con un cigolio accompagnato da un colpo <strong>di</strong> tosse del motore, il camion si<br />

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