di Stefano Di Marino - Words from Italy

— Non tutto — fece il mercenario ripensando a Matsushita Kono. — Ad armi
come stiamo?
— Bene — intervenne A.J. con la sua vocetta querula.
Detto fatto aprì un cassettone nascosto sotto delle stuoie batik che
ingombravano la sua capanna al limite del villaggio, vicino all’arena dei
combattimenti dei galli.
Ne trasse due mitra UZI vecchi, ma in ottime condizioni.
— Ne ho per venti caricatori — disse soppesando uno dei mitragliatori tra
le mani. — Ho anche uno Spas 12 e un vecchio Thompson con le pistole, direi
che siamo ben equipaggiati... Ce la faremo. — Gli occhi brillarono di cupidigia.
— Gli uomini di Lo Shang non sono dei novellini — osservò Julius.
— Neppure noi — ribatté convinto Stark. — Noi siamo soldati, li
sorprenderemo. Hai idea dell’ora in cui dovremo affrontarli?
— Di notte, presumo. Piuttosto pensavo alla strada che farà il camion per
giungere alla scogliera. Dalla raffineria c’è solo una pista per arrivare al campo
d’aviazione. Una via sterrata strappata alla giungla a colpi di machete, il
camion avanzerà lento e impedito...
— Io avrei un’idea — propose Stark — ci impadroniamo del camion e
procediamo come se tutto fosse regolare. Poi ci impossessiamo dell’aereo e
tagliamo la corda.
— Per pilotare come facciamo? Qualcuno ha idea di come si guida un
aereo?
— Le alternative sono due: o guidiamo io e A.J., che un po’ se ne intende,
oppure costringiamo i piloti a seguire la nostra rotta...
Julius rifletté un po’, poi scosse il capo.
— Troppo pericoloso, se usiamo i loro piloti rischiamo di farci rintracciare
troppo presto, non so ancora chi siano i compratori, ma dev’essere gente
potente. Per ottanta chili d’eroina ci daranno la caccia per tutta l’Asia.
— Dobbiamo uccidere anche loro — confermò laconico A.J. — Per me va
bene.
Julius non disse nulla. Era la conclusione logica.
Sospirò: perché doveva sempre avere per alleati una banda di assassini?
Era la guerra.
— Tu che ne pensi? — domandò poi rivolto a Lal Shirkabadhi che se ne
stava zitto a ruminare una ciotola di riso.
Nel buio della stanza gli occhi dell’indiano brillarono come due lampade
nella notte.
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