di Stefano Di Marino - Words from Italy

AppuntAmento A SAmAringA
— Hanno trovato il corpo di Lo Shang — disse con voce atona.
Julius sentì un brivido passargli lungo la spina dorsale.
Con uno sguardo gelido si volse verso la moluccana, era il momento di
bluffare. Aveva nascosto la radio distrutta lontano dal cadavere di Lo Shang. Non
potevano averlo scoperto...
— Gli hanno spezzato il collo — aggiunse la ragazza.
— È la fine che capita ai bastardi come lui — replicò cupo Julius.
— Tu?
Il mercenario, fedele alla sua parte di duro disposto a tutto, annuì con un
sorriso cattivo. Ora non gli dispiaceva neppure che Lo Shang l’avesse così
provocato nei giorni precedenti. Suffragava la sua versione.
Jaga scrollò il capo.
— Lo sapevo che sarebbe finita così — sospirò.
— Avevo un conto da regolare — rispose Julius passandosi come
inavvertitamente le mani sulla fronte fasciata, ricordo della brutta avventura sulla
scogliera.
Jaga seguì il gesto di Julius con gli occhi sbarrati, solo allora cominciò a capire
la verità.
Annuì, viveva in un mondo dove gli squali si divoravano tra loro. Nessuna pietà.
Mentre usciva dalla stanza Julius la sorprese a fissarlo.
Era riuscito ad allontanare da sé i sospetti di un eventuale tradimento, ma al
tempo stesso aveva instillato in Jaga il seme della paura. La ragazza era troppo
attaccata ad Hakermann per non pensare che, un domani, lui poteva diventare
una minaccia. Avrebbe fatto di tutto per impedirglielo.
Se solo avesse saputo come si stavano evolvendo gli avvenimenti, l’avrebbe
ucciso.
Julius socchiuse gli occhi respirando lentamente. “Coraggio”, si disse, “ancora
poche ore.”
Stark aveva la barba lunga di diversi giorni. Non l’avrebbe rasata se non a
operazione finita.
Una vecchia consuetudine dei tempi dell’Angola. Ogni mercenario aveva i
suoi esorcismi, le sue manie, che gli permettevano di affrontare la morte senza
restarne paralizzato.
A.J. puliva e lubrificava a getto continuo le armi sino a farle divenire lucide
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