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di Stefano Di Marino - Words from Italy

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che non fosse giapponese. Voi non potete capire cosa significhi e così non<br />

lo compresero a Mosca. Comunque, per loro io avevo adempiuto alla mia<br />

missione. Spostarono quelle <strong>di</strong>visioni in Europa e vinsero la guerra. Io fui<br />

<strong>di</strong>menticato, o almeno credetti <strong>di</strong> esserlo. Sempre più legato a Kono allentai<br />

i rapporti con Mosca, e alla fine del conflitto nessuno si preoccupò <strong>di</strong> me. Al<br />

processo <strong>di</strong> Tokyo, Kono non fu neppure processato per i crimini <strong>di</strong> guerra<br />

commessi, lui era un predestinato al comando, intoccabile. Inoltre era un<br />

kamikaze risparmiato dal destino. La sua missione fu annullata il giorno in<br />

cui il piccolo sole maledetto degli americani si accese su Hiroshima, per i<br />

Giapponesi era un eroe anche se la guerra era persa. A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> noi,<br />

loro vedono una nobiltà anche nella sconfitta, e Kono meritava ogni riguardo.<br />

Per cui fu tenuto lontano da ogni rumore del processo. E io con lui. Ero<br />

nell’organizzazione. Ancora una volta cambiai identità, facendomi passare per<br />

olandese. Tornai nei luoghi in cui avevo combattuto. Questa volta combattevo<br />

per gli yakuza. Mosca, però, non mi aveva perso <strong>di</strong> vista. Mesi fa venne a<br />

reclamare il suo cre<strong>di</strong>to; avevo giurato alla ban<strong>di</strong>era, dopo tutto. Anche verso il<br />

mio paese avevo un giri.<br />

— E così ha collaborato all’operazione <strong>di</strong>retta dal colonnello Kasparoff per<br />

riarmare i comunisti malesi.<br />

— Dunque lo sa.<br />

— Dall’inizio.<br />

Tra Hakermann Julius e Jaga passò una corrente fredda.<br />

— Che storia è questa? — brontolò A.J.<br />

Julius lo guardò senza espressione.<br />

— Io voglio sapere, perché qui mi sa che tu ci volevi fregare tutti. — Il nero<br />

puntava il <strong>di</strong>to accusatore verso Julius come una spada. — Tu non hai mai<br />

pensato <strong>di</strong> portare via quella droga da Samaringa. Volevi fregarci — ripeté.<br />

— Ho paura <strong>di</strong> sì — sospirò Stark. — In ogni caso non ha più importanza<br />

ormai... Là fuori tutto tace, c’è qualcuno nascosto nella foresta.<br />

— 130 —

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