di Stefano Di Marino - Words from Italy

Jaga Thanut indossava una camicia indiana candida come la neve, che metteva
in risalto la pelle scura e i lineamenti fieri. Fissava con attenzione la carta
dell’isola che Julius aveva spiegato dinanzi ad Hakermann.
Il mercenario indicava un punto sulla costa non eccessivamente lontano dalla
raffineria, tuttavia separato da questa da un tratto di giungla.
— Qui è più opportuno — concluse terminando la spiegazione che l’aveva
portato a preferire quel luogo a quello predeterminato per la costruzione della
pista d’atterraggio.
— Perché? — domandò Hakermann.
— Una ragione semplicissima: abbattere un tratto di giungla ci costerà molta
più fatica che far esplodere questi contrafforti di roccia. Eviteremo il pericolo di
incendi e se qualcuno dovesse sorvolare l’isola non potrà notare la pista dall’alto.
Tra gli scogli sarà molto meno visibile.
— Non ci avevo pensato — assentì Hakermann. — Che ne dici, Jaga?
La ragazza scrutò Julius come a valutarne l’affidabilità. Poi si decise. — Se
l’aereo deve atterrare sulla costa, sarà più rischioso.
— Non se posizionate delle luci tutt’attorno per indicare la rotta da prendere.
L’argomentazione parve convincere Hakermann. Questi fece alcuni passi verso
la finestra, poi domandò: — Pensa di farcela per il venti del mese?
Julius faticò a mantenere la calma. Adesso sapeva quando. Gli restava da
programmare il come.
— Sì, se il tempo ci assiste.
Come a conferma delle sue ultime parole, dal cielo cominciò a scrosciare una
pioggia torrenziale, accompagnata da lampi e tuoni.
Questa volta non sarebbe cessata troppo presto.
Il sole non era riuscito a tornare alla sua abituale lucentezza. All’orizzonte si
addensavano nubi scure, presagio di una prossima tempesta.
Su Samaringa era calata una cappa di caldo umido senza un alito di vento. Il
mare pareva del colore del tè e sciabordava ossessivo sulla riva sassosa.
Julius affondava sino ai polpacci nel tentativo di seguire Stark, che invece
zampettava a piedi nudi come se si fosse mosso in quel pantano sin dalla
nascita.
— Siamo quasi arrivati — confermò il mercenario inglese.
In effetti erano in prossimità di una sorta di palafitta nascosta tra le canne, e di
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