Breve storia del Movimento Sindacale Italiano - Uil
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comprendere meglio la vita <strong>del</strong>la CGdL, fu lo scontro interno avvenuto in occasione<br />
<strong>del</strong>l'occupazione <strong>del</strong>le fabbriche nel 1920, quando, nella riunione <strong>del</strong> 11 settembre,<br />
furono votati due ordini <strong>del</strong> giorno contrapposti, uno presentato da Ludovico<br />
D'Aragona, segretario generale, in nome di chi sosteneva la soluzione sindacale<br />
<strong>del</strong>la vertenza, con la direzione lasciata alla Confederazione e quindi affermando<br />
implicitamente che per la CGdL non era il momento <strong>del</strong>la "rivoluzione" e l'altro da chi<br />
voleva che la direzione fosse assunta dal partito perché ormai si riteneva il Paese<br />
pronto all'insurrezione. (Posizione questa già sostenuta da Togliatti e dal gruppo di<br />
Ordine Nuovo all'interno <strong>del</strong>la direzione <strong>del</strong> PSI, ma finita in minoranza).<br />
L'ordine <strong>del</strong> giorno <strong>del</strong> segretario generale D'Aragona ottenne 591.245 voti contro i<br />
409.569 <strong>del</strong>l'altro presentato da Ercole Bucco in nome <strong>del</strong>la sinistra massimalista e<br />
con 93.623 astenuti fra i quali la maggioranza <strong>del</strong>la FIOM guidata da Bruno Buozzi,<br />
che così spiegò la sua astensione: "…Voi dovete comprendere la situazione <strong>del</strong>icata nella quale si<br />
trovano i rappresentanti <strong>del</strong>la federazione metallurgica. Potrebbero dire il loro pensiero e come voterebbero<br />
se volessero votare, ma per non influire sulle <strong>del</strong>iberazioni che state per prendere, la federazione dei<br />
metallurgici dichiara di astenersi dal voto…". Una dichiarazione di grande responsabilità e<br />
rispetto verso tutti i rappresentanti <strong>del</strong>le altre categorie e <strong>del</strong>le Camere <strong>del</strong> Lavoro,<br />
perché non solo teneva conto che sulla sua Federazione, più che su ogni altra<br />
categoria, gravava l'onere <strong>del</strong>la prosecuzione o meno <strong>del</strong>l'occupazione, ma<br />
soprattutto perché era indispensabile per conoscere la volontà di tutta<br />
l'organizzazione su come affrontare la situazione e lo sviluppo degli avvenimenti che<br />
si sarebbero determinati fino allo scontro armato, che sicuramente si sarebbe<br />
verificato, prima nelle fabbriche, poi in tutto il Paese. Senza che questo fosse<br />
influenzato dalla determinazione o meno dei metallurgici di continuare l’occupazione<br />
e la loro volontà di lottare fino alle estreme conseguenze. La scelta <strong>del</strong>la<br />
maggioranza per la conclusione sindacale fu anche condivisa dalla maggioranza <strong>del</strong><br />
PSI che ritenne non maturi i tempi per una presa <strong>del</strong> potere con la forza. Il pullulare<br />
degli eventi e <strong>del</strong>le iniziative confermavano ancor di più lo spartiacque via via<br />
formatesi con i cattolici, fin dalle Società di Mutuo Soccorso e Operaie. Una divisione<br />
netta che si è andata sempre più rimarcando in oltre 50 anni di confronti fra "bianchi<br />
e rossi"; altrettanto chiari con gli anarchici e i sindacalisti rivoluzionari non solo per il<br />
tramonto <strong>del</strong>l'USI e <strong>del</strong>la UIdL, ma per la loro stessa scomparsa dalla vita politica.<br />
Per la CGdL si ribadiva quanto segnato dal tormentato, ma unitario percorso, che il<br />
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