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Breve storia del Movimento Sindacale Italiano - Uil

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L’organizzazione forte <strong>del</strong>le scelte compiute, si prefigge di raggiungere gli scopi,<br />

contenuti nei cinque punti <strong>del</strong> documento costitutivo divenuto poi l’appello diramato,<br />

dal Comitato Esecutivo il 15 marzo, ai lavoratori italiani:<br />

“1) raccogliere e realizzare, nella lotta contro l’egoismo <strong>del</strong>le classi capitalistiche e la insufficienza <strong>del</strong>la<br />

politica <strong>del</strong> governo, le aspirazioni <strong>del</strong>la classe lavoratrice, in piena indipendenza da ogni ingerenza<br />

partitica, governativa o confessionale, nella visione di una migliore società;<br />

2) darsi, ai fini <strong>del</strong>la sua funzionalità e per il conseguimento dei suoi obiettivi, massima articolazione<br />

strutturale nelle categorie, opportunamente coordinandole, nell’assoluto rispetto <strong>del</strong>la loro autonomia;<br />

3) imprimere allo sviluppo <strong>del</strong>l’azione sindacale una procedura rigidamente democratica tale da rendere i<br />

lavoratori partecipi e coscienti <strong>del</strong>le lotte che affrontano;<br />

4)impegnarsi a sostenere insieme con le altre organizzazioni sindacali, nei limiti più ampi e possibili ed<br />

attraverso un sano e coerente indirizzo sindacale, impostazione e soluzioni unitarie dei problemi che<br />

interessano i lavoratori;<br />

5) intervenire attivamente in tutti i problemi di politica ed economia ed ogni volta che, direttamente o<br />

indirettamente, siano in gioco le sorti <strong>del</strong>la classe lavoratrice.”<br />

La UIL agì fin da subito per attuare gli obiettivi individuati ad iniziare dai rapporti con<br />

le altre organizzazioni muovendosi nell’ottica <strong>del</strong>lo spirito unitario che né aveva<br />

contraddistinto la nascita proponendo il 5 aprile un incontro alla CGIL e alla LCGIL.<br />

La riunione si svolse al Senato con la partecipazione <strong>del</strong>la sola CGIL avendo la<br />

LCGIL rifiutato l’incontro, le cui motivazioni erano da ricercarsi nella<br />

strumentalizzazione che Pastore, ma soprattutto di Canini e Parri, né fecero per<br />

dimostrare che la vera rappresentanza autonoma politico-partitica <strong>del</strong>l’area laico<br />

socialista era nella LCGIL. Al termine <strong>del</strong>l’incontro il sen. Carmagnola commentò per<br />

la UIL l’esito affermando che l’accordo raggiunto di consultazione:<br />

“..rientra nello spirito manifestatosi nel convegno in cui nacque la UIL che riteneva possibile una unità<br />

d’azione sindacale fra i lavoratori di diverse tendenze…”.<br />

Per uscire da ogni dubbio su quali fossero le reali intenzioni e gli obiettivi che la UIL<br />

si poneva di conseguire, il 27 ottobre <strong>del</strong> 1951 la Confederazione fece affiggere in<br />

tutta Italia un manifesto titolato “Cosa vuole la UIL” contenente le principali<br />

rivendicazioni a partire da:<br />

“.. inserimento dei lavoratori attraverso il sindacato nella vita economica e produttiva <strong>del</strong> Paese; lotta<br />

senza quartiere alla disoccupazione attraverso programmi di lavoro e investimenti produttivi; la più<br />

ampia libertà sindacale; il controllo <strong>del</strong> sindacato sugli istituti previdenziali e assistenziali per i<br />

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