Breve storia del Movimento Sindacale Italiano - Uil
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Dal 21 al 25 marzo 1973 la UIL tiene, a Rimini, il VI Congresso Confederale, con lo<br />
slogan: "L'unità <strong>del</strong>la UIL per l'unità di tutti i lavoratori".<br />
Il Congresso preparato su tesi unitarie nella sua gestione superò, oltre ogni<br />
aspettativa, anche lo stesso Patto Associativo e malgrado in alcuni momenti non<br />
fossero mancate tensioni, le conclusioni furono articolate: alcune prese all’unanimità,<br />
altre a larga maggioranza per la confluenza dei voti espressi dai repubblicani sulle<br />
posizioni dei socialisti, registrando, però, il voto contrario dei socialdemocratici.. Ciò<br />
avvenne, in particolare, sull’interpretazione da dare al ruolo <strong>del</strong>la federazione CGIL-<br />
CISL-UIL se dinamico verso l’unità organica (posizione condivisa da socialisti e<br />
repubblicani) o statico, come il punto più avanzato possibile di collaborazione fra le<br />
tre confederazioni, (tesi sostenuta dai socialdemocratici). Il testo <strong>del</strong> documento<br />
approvato ribadì che la Federazione CGIL-CISL-UIL assumeva per la UIL “…un ruolo<br />
dinamico verso l’unità organica…” sul riconoscimento <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong> consiglio dei <strong>del</strong>egati e<br />
dei consigli di zona il <strong>del</strong>iberato fu ancora più preciso “…elemento qualificante e propulsivo<br />
<strong>del</strong>la federazione è il riconoscimento dei consigli dei <strong>del</strong>egati come struttura di base <strong>del</strong> sindacato, dove il<br />
momento sindacale e il momento politico e di riforma <strong>del</strong>la società devono collegarsi e saldarsi nei consigli di<br />
zona. A questi strumenti di partecipazione e di permanente dibattito democratico, da generalizzare, deve<br />
essere garantita la rappresentatività <strong>del</strong>l’intero movimento in un confronto <strong>del</strong>le tesi unitarie con le altre<br />
organizzazioni e con le varie esperienze di categoria::” Il Congresso espresse una “..ferma<br />
condanna <strong>del</strong>la repressione antioperaia e antidemocratica, <strong>del</strong> teppismo squadristico e dei comportamenti<br />
autoritari dei –corpi separati- <strong>del</strong>lo Stato..” Sul piano politico il <strong>del</strong>iberato congressuale<br />
esprime un netto “no” al governo Andreotti precisando che: “..il Governo Andreotti ha<br />
dimostrato di non volere e di non poter essere l’interlocutore <strong>del</strong> sindacato. Non ci accontentiamo <strong>del</strong> metodo<br />
dei colloqui. Vogliamo una sostanza; e con il Governo Andreotti la sostanza non c’è…”<br />
Oltre queste <strong>del</strong>iberazioni sostanzialmente in favore <strong>del</strong>l’unità e in chiave di<br />
chiarezza politica, le altre decisioni importanti assunte furono le modifiche allo<br />
statuto, con in rilievo la fissazione ed estensione <strong>del</strong>le incompatibilità e le nuove<br />
norme sulle <strong>del</strong>iberazioni <strong>del</strong> Comitato Centrale. Per questo secondo aspetto fu<br />
sancito che il comitato centrale avrebbe potuto <strong>del</strong>iberare solo in presenza dei 2/3<br />
dei suoi componenti e le decisioni avrebbero avuto potere esecutivo solo se votate<br />
dal 60% dei componenti l’organismo (non dei presenti) era chiaro che con 49<br />
socialisti e 30 + 30 repubblicani e socialdemocratici il Comitato Centrale per riunirsi e<br />
per <strong>del</strong>iberare dipendeva dal coinvolgimento dei socialisti. D’altra parte il sistema<br />
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