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Breve storia del Movimento Sindacale Italiano - Uil

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esaminare le conclusioni “politiche” dei lavori congressuali sancite in un documento –approvato<br />

all’unanimità – che risponde pienamente e con lucido realismo ai numerosi problemi ed interrogativi aperti<br />

nel mondo <strong>del</strong> lavoro: dall’unità sindacale all’autonomia, dalle incompatibilità alla collocazione<br />

internazionale dei sindacati, dalle lotte contrattuali alla lotta <strong>del</strong> movimento operaio per le riforma di<br />

struttura. Sono conclusioni, quelle fornite dal congresso <strong>del</strong>la UIL, non scaturite per un caso fortuito, come<br />

qualcuno finge di credere. Sono, invece, il logico risultato di un congresso voluto e impostato su una linea<br />

alternativa alla gestione neocapitalistica <strong>del</strong>la società, su scelte la cui attualità scaturisce dalla realtà <strong>del</strong>la<br />

condizione operaia nelle fabbriche e nel Paese, dalla spinta che sorge dal basso e tende verso nuovi obiettivi<br />

di partecipazione dei lavoratori alla elaborazione ed attuazione <strong>del</strong>le direttrici di politica economica e<br />

sociale.<br />

Di fronte alla grandiosità di tali problemi la “rissa” non poteva che restare fuori <strong>del</strong>l’uscio (se proprio si<br />

vuol credere che qualcuno abbia avuto intenzione di ricorrervi) mentre lo scontro ha assunto le forme più<br />

conseguenti di indicazioni di ipotesi alternative e di scelte di direttrici di politica sindacale e rivendicativa.<br />

Anche la vivacità – che pure non è mancata nei <strong>del</strong>egati e negli interventi – altro non è stata se non la<br />

naturale conseguenza di un dibattito effettivamente impostato sul piano <strong>del</strong>le scelte e <strong>del</strong>le indicazioni.<br />

Altre interpretazioni tentate in questi giorni suonano soltanto come speculazioni, se non proprio come<br />

aperta pronazione.<br />

Una cosa è certa. La UIL , dal suo Congresso esce rafforzata, non soltanto nel quadro <strong>del</strong> discorso aperto<br />

nel movimento sindacale (le scelte “politiche” che ha operato sono un elemento di chiarezza e di stimolo<br />

verso la ricerca di possibili convergenze sui grandi problemi <strong>del</strong> lavoro e <strong>del</strong>la condizione operaia) ma anche<br />

perché ha saputo smentire con fermezza tutte le ipotesi “frazionistiche” strumentalmente avanzate per fare<br />

confusione e per mostrare il congresso <strong>del</strong>la UIL sotto una luce falsa. E un dato emerge su tutti gli altri:<br />

l’unità è un obiettivo che si persegue con l’apporto di tutti, senza preclusioni e discriminazioni.”.<br />

Il ‘69 prosegue con l’accentuarsi <strong>del</strong>lo scontro sindacale per il rinnovo <strong>del</strong> contratto<br />

dei metalmeccanici e per la soluzione <strong>del</strong>le altre vertenze aperte. Un autunno caldo<br />

che registra alcuni fatti gravi come gli incidenti di Milano, in occasione <strong>del</strong>lo sciopero<br />

generale, nei quali perse la vita un agente <strong>del</strong>la PS, ma purtroppo anche la crescita a<br />

dismisura <strong>del</strong>la strategia <strong>del</strong>la tensione con la bomba alla Banca Nazionale<br />

<strong>del</strong>l’Agricoltura a Milano nella quale furono uccise 16 persone e 114 rimasero ferite.<br />

Sotto la forte spinta operaia il 21 dicembre 1969 viene siglato il contratto dei<br />

metalmeccanici che passerà alla <strong>storia</strong> per i suoi contenuti innovativi e di<br />

riconoscimento dei diritti sindacali. Il contratto costruito con una piattaforma<br />

partecipata dai lavoratori, si concluderà con l’approvazione <strong>del</strong>l’intesa in migliaia di<br />

assemblee che autorizzeranno i vertici <strong>del</strong> sindacato a firmare l’8 gennaio<br />

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