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15 Esami di biologia molecolare 15 Esami di biologia molecolare<br />

15.2 Rilevazione di agenti patogeni con metodo PCR (in ordine alfabetico) 15.2 Rilevazione di agenti patogeni con metodo PCR (in ordine alfabetico)<br />

Nome del test Quantità/Materiale Metodo<br />

Osservazioni<br />

Chlamydophila psittaci<br />

(DNA)<br />

Gli uccelli infettati con Chlamydophila psittaci possono restare<br />

a lungo asintomatici o mostrare sintomi non specifici. Talvolta<br />

si assiste solo a distanza di anni all'insorgere di una clamidiosi.<br />

L'eliminazione dell'agente patogeno nelle feci inizia circa 3<br />

giorni p.i., ma può durare per mesi ed è spesso intermittente.<br />

Animali con una forma latente possono, in condizioni di<br />

immunodeppressione (stress, malattia), diventare nuovamente<br />

escretori dell'agente patogeno. La quantità di batteri così<br />

eliminati e la frequenza dell'eliminazione aumentano negli<br />

animali stressati o ammalati.<br />

Il tampone cloacale è il mezzo di identificazione più idoneo<br />

per l'identificazione di uccelli infetti, in particolare di portatori<br />

cronici, che rappresentano il principale pericolo di infezione<br />

per altri uccelli, oltre che una fonte di infezione per l'uomo<br />

(zoonosi!). Dato il ritmo intermittente con cui viene rilasciato<br />

l'agente patogeno, in caso di sospetto clinico e contemporaneo<br />

risultato negativo della PCR, il test deve essere ripetuto.<br />

Grazie al metodo della "real time-PCR", da poco introdotto<br />

nei nostri laboratori (consigliato dall'Istituto Friedrich Löffler,<br />

Centro di Riferimento Nazionale per la psittacosi) (NdC,<br />

assimilabile agli Istituti Zooprofilattici italiani) è oggi possibile<br />

la rilevazione specifica di Chlamydophila psittaci, differenziandola<br />

da altre specie di Chlamydophila.<br />

cfr. → capitolo 13, Malattie infettive<br />

Attenzione In Italia la psittacosi è una malattia soggetta a obbligo di denuncia,<br />

mentre le altre infezioni da Chlamydophila sono soggette a obbligo<br />

di segnalazione.<br />

CHV 1<br />

tampone cloacale, feci real time-PCR (1)<br />

tampone congiuntivale<br />

vedi → Herpesvirus canino<br />

Nome del test Quantità/Materiale Metodo<br />

Osservazioni<br />

Cimurro canino (CDV)<br />

(RNA)<br />

Congiuntivite: tampone congiuntivale real time-PCR (1)<br />

Fase febbrile: 2 ml EB<br />

Sintomi del sistema nervoso centrale: 0,5 ml liquor<br />

Gastroenterite: tampone rettale<br />

Sintomi delle vie respiratorie: secreto nasale<br />

Il virus del cimurro canino (CDV, Canine Distemper Virus) si<br />

moltiplica a partire dall'8° giorno p.i. nelle cellule epiteliali<br />

di diversi organi (vie respiratorie, tratto digerente, tratto<br />

urogenitale, cute) e nel sistema nervoso centrale; è il luogo di<br />

replicazione del virus a determinare la sintomatologia clinica.<br />

A partire da questo momento è possibile rilevare il virus negli<br />

organi infettati con metodo PCR. Ad eccezione delle forme<br />

con decorso cronico, l'escrezione del virus termina con la<br />

scomparsa dei sintomi clinici. Dopodiché il virus non è più<br />

rilevabile.<br />

Contrariamente a quanto succede per la rilevazione degli<br />

anticorpi, l'alta percentuale di animali vaccinati non rappresenta<br />

un problema decisivo per la diagnosi con PCR, in quanto il<br />

virus vaccinale è rilevabile solo fra gli 8 e i 21 giorni al massimo<br />

post vaccinazione e resta confinato al tessuto linfatico.<br />

cfr. → capitolo 13, Malattie infettive<br />

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