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15 Esami di biologia molecolare 15 Esami di biologia molecolare<br />

15.2 Rilevazione di agenti patogeni con metodo PCR (in ordine alfabetico) 15.2 Rilevazione di agenti patogeni con metodo PCR (in ordine alfabetico)<br />

Nome del test Quantità/Materiale Metodo<br />

Osservazioni<br />

Circovirus suino 2<br />

(PVC-2) (DNA)<br />

Coronavirus canino<br />

CECoV (RNA)<br />

Coronavirus felino/FIP,<br />

FECV<br />

Linfonodi, polmone, fegato, milza, PCR (3)<br />

eventualmente tampone nasale<br />

Il Circovirus suino di tipo 2 (PVC-2) è stato descritto da non<br />

molto tempo (Canada 1998) a differenza del PCV-1, che è invece<br />

un Circovirus già noto da tempo e non patogeno. Il PVC-2<br />

provoca i sintomi più svariati nei maiali da ingrasso o in fase<br />

di svezzamento (p.es. rallentamento della crescita, dispnea,<br />

ingrossamento dei linfonodi, pallore, ittero, diarrea), il cui<br />

complesso è anche conosciuto come "sindrome deperimento<br />

multisistemico post svezzamento" (PMWS, Postweaning<br />

Multisystemic Wasting Syndrome). Un quadro clinico manifesto<br />

è stato finora riscontrato solo in combinazione con infezioni<br />

secondarie (PRRS, Porcine Reproductive and Respiratory<br />

Syndrome, sindrome respiratoria e riproduttiva del suino e PPV,<br />

Porcine Parvovirus, Parvovirus suino). Un'altra sindrome a cui<br />

viene collegato il Circovirus suino 2 è la "sindrome dermatite e<br />

nefropatia del suino" (PDNS, Porcine Dermatitis Nephropathy<br />

Syndrome). Si tratta probabilmente di una patologia da immunocomplessi,<br />

sulla quale peraltro ancora non si conosce molto.<br />

Anche sull'escrezione del virus si dispone di poche informazioni:<br />

è stato rilevato finora sperimentalmente nel secreto oculare, nella<br />

saliva e nelle feci. La trasmissione transplacentare, anche se<br />

possibile, non svolge probabilmente un ruolo importante. Il virus<br />

mostra un'affinità per il tessuto linfatico e porta ad un'immunodepressione,<br />

che è causa a sua volta di infezioni secondarie.<br />

Problemi di gestione dell'allevamento possono favorire l'insorgere<br />

della sindrome. La mortalità può superare l'80%. Si possono<br />

avere infezioni latenti.<br />

tampone rettale, feci real time-PCR (1)<br />

cfr. → capitolo 13, Malattie infettive<br />

vedi → FIP/Coronavirus felino, FECV<br />

Nome del test Quantità/Materiale Metodo<br />

Osservazioni<br />

Coronavirus TGEV<br />

(Gastroenterite trasmissibile<br />

del suino) (RNA)<br />

cfr. → capitolo 13, Malattie infettive<br />

Attenzione In Italia la gastroenterite trasmissibile (TGE, Transmissible<br />

Gastro Enteritis) è una malattia soggetta a obbligo di denuncia.<br />

Dirofilaria<br />

Ehrlichia spp. (DNA,<br />

rilevazione di più specie)<br />

(cane, gatto)<br />

feci, tampone rettale, mucosa intestinale real time-PCR (1)<br />

vedi → Filaria spp.<br />

2 ml EB, 0,5 ml liquor real time-PCR (1)<br />

In animali con sintomi clinici un esito positivo è a favore di<br />

un'infezione con uno o più dei seguenti agenti eziologici: E.<br />

canis, E. ewingii, E. chaffeensis.<br />

È possibile richiedere una differenziazione delle singole specie<br />

ricorrerendo ad un'analisi sequenziale del prodotto PCR<br />

amplificato.<br />

cfr. → capitolo 13, Malattie infettive<br />

Ehrlichia canis (DNA) 2 ml EB, biopsia splenica, midollo osseo real time-PCR (1)<br />

Con metodo PCR è possibile rilevare E. canis nel sangue già a<br />

partire dal 4° giorno p.i., vale a dire ben prima della comparsa<br />

dei primi anticorpi. Con questo metodo è anche possibile<br />

controllare la riduzione dell'agente patogeno sotto la soglia di<br />

rilevabilità in seguito a terapia antibiotica, mentre a causa della<br />

lunga persistenza degli anticorpi la sierologia è meno adatta ad<br />

un controllo terapeutico. Un risultato positivo alla PCR conferma<br />

il sospetto di un'infezione da E. canis, un risultato negativo<br />

invece non è sufficiente a escludere un'ehrlichiosi, essendo<br />

possibile che al momento del prelievo le Ehrlichie non si<br />

trovassero nel sangue, o che non lo fossero in misura<br />

sufficiente, o che fosse in corso un'infezione con altre<br />

specie di Ehrlichia.<br />

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