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Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo<br />

il commercio interno della lana, della seta, del ferro e del ferro lavorato, della<br />

pece, del sale, dell’acciaio. Furono concessi privilegi, esenzioni e diritti<br />

particolari a fiorentini, veneziani, ragusei, liparoti, ecc. 270 . La necessità di poter<br />

disporre, con immediatezza, di danaro liquido per far fronte a spese improvvise,<br />

o comunque immediatamente necessarie, spinse i re aragonesi a favorire<br />

il sorgere e l’affermarsi dell’attività bancaria. È noto che sotto gli Angioini i<br />

rapporti con gli Acciaiuoli di Firenze erano fervidi di interventi e di riscontri 271 ;<br />

in età aragonese è documentata l’attività di vasti organismi bancari, in<br />

particolare quella del Banco Strozzi 272 . Attraverso questa banca che svolgeva<br />

funzioni di cassa della tesoreria dello stato e di cui si servivano i funzionari<br />

delle più diverse province per far rapidamente pervenire nella capitale il danaro<br />

da loro raccolto, era possibile operare un controllo preventivo, immediato e<br />

costante, delle finanze, giacché nei suoi registri veniva annotata ogni operazione<br />

273 .<br />

Mercanti e operatori finanziari anticipavano le somme derivanti da appalti<br />

o arrendamenti, anticipavano il danaro che doveva affluire dalle diverse<br />

dogane del Regno. Con il termine “dogana” veniva designato un corpus quanto<br />

mai eterogeneo di tributi 274 , talvolta connessi a cespiti notevoli, come la Dogana<br />

delle pecore di Puglia o menepecudum Apulie, che cadevano sotto il<br />

controllo della Sommaria. L’istituto pugliese fu voluto da Alfonso, che ne aveva<br />

intuito l’importanza, ma un’istituzione doganale esisteva già in età angioina,<br />

almeno dal regno di Ladislao di Durazzo 275 . Alfonso ne affidò l’organizzazione<br />

a Francesco Montluber (o Moluber) nel 1443. Questi nominato Doganiere della<br />

che si comprassero a spese del governo tutti i ferri lavorati importati, al prezzo di costo, finì con<br />

l’introdurre una nuova privativa oltre quella già esistente sul ferro grezzo; il Bianchini, op. cit., a p.<br />

182, data la sua introduzione al 29 ottobre; ma cfr. Repertorium, cc. 82v, 85r-v. La produzione,<br />

l’importazione e la vendita del sale nel Regno erano privilegio esclusivo del sovrano. Infatti fin dal<br />

1441 Alfonso il Magnanimo aveva acquistate a censo da privati le saline di Barletta; da queste<br />

proveniva allora la maggior parte del sale necessario ai bisogni del Regno. Altre saline erano in<br />

Castellaneta, Siponto, Taranto, e nelle montagne di Calabria in Altomonte, Rossano, Neto e Miliato<br />

(Bianchini, Storia, p. 182 e Repertorium, cc. 133r, 343r). Un’altra non piccola quantità di sale che si<br />

diceva rosso era fatta venire da Maiorca e Ibiza (cfr. Del Treppo, I mercanti, pp. 223 sgg.), ed era<br />

distribuita, secondo quanto pattuito nel Parlamento del 1443, soprattutto nelle Province di Terra di<br />

Lavoro e nei Principati, dove se ne faceva largo uso per salare le carni che venivano commerciate in<br />

queste province in gran quantità.<br />

270 E poi a francesi, triestini, milanesi, baresi, capuani, cotronesi, amalfitani, mantioti, tropeani,<br />

altamurani, montefuscolani, cavesi, rossanesi, sorrentini, messinesi, mazaresi, ischitani, leccesi,<br />

tarantini, nolani, procitani, agli abitanti di Pignano Paterno, Seminara, San Germano, Atri ed altri<br />

centri ancora. Basti qui rimandare a Repertorium, passim; BSNSP, Decreta Regiae Camerae<br />

Summariae ab anno 1467 ad annum 1566, ms. XXVIII C 8, c. 32r e v, passim.<br />

271 Era mercante-banchiere anche quel Gaspare Bonciani, fiorentino, che alla Corte della regina<br />

Giovanna II rivestì importanti cariche tra cui, dal 1426, quella di presidente della Sommaria. Cfr.<br />

Iadanza, Un fiorentino.<br />

272 Vedi gli studi di Del Treppo in proposito: Il re; idem, Aspetti; nonché l’edizione curata da<br />

Alfonso Leone, Giornale del Banco.<br />

273 Del Treppo, Il re.<br />

274 Ageta, Annotationes, parte I, p. 447 sg.<br />

275 Violante, Il Re, pp. 122 sgg., 139.<br />

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