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Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo<br />

Ferrante è una circostanza che appare congruente con l’effettiva crescita del<br />

personale insignito di questa qualifica, rilevata negli stessi anni anche in altri<br />

territori della Corona di Aragona: è infatti del 1488 la constatazione del re<br />

Ferdinando d’Aragona secondo cui, nel Regno di Valencia, «en los temps<br />

passats eren los porters de la gouvernacio no en tal ne en tant gran nombre<br />

com huy son» 204 .<br />

Infine, sono stati integrati i diversi dati forniti dal Toppi per gli anni 1446,<br />

1452, 1455, 1457, 1475, 1495, 1500, per tracciare l’andamento della grandezza<br />

variabile presidenti nel corso dell’intera età aragonese, sia rappresentandola<br />

isolatamente (Grafico 8), sia in comparazione con le variabili razionali e<br />

luogotenenti (Grafico 9).<br />

Dai Grafici 8-10 emerge che la crescita più consistente degli organici ebbe<br />

luogo nel corso degli anni Cinquanta del XV secolo, con una netta prevalenza<br />

del numero dei presidenti rispetto a tutti gli altri funzionari. I 36 presidenti del<br />

1456 e i 37 del 1457 rappresentano, per questa carica, anche i valori più alti<br />

dell’intera età aragonese, probabilmente determinati dalla volontà del sovrano<br />

di compiacere della sua benevolenza uomini a lui fedeli (Grafici 8). Infatti, nei<br />

decenni successivi, la media statistica del numero dei presidenti quasi si<br />

dimezza e si assesta su un valore di poco inferiore a 18, tenendo conto anche<br />

della brusca riduzione a 5 del 1495. Si stabilizzano invece i valori relativi ai<br />

razionali e aumenta in modo consistente il numero degli scrivani: in altri<br />

termini, acquistano piena centralità i “tecnici” del controllo contabile e della<br />

scritturazione, indispensabili al funzionamento di un ufficio chiamato a<br />

sempre più capillari e gravose funzioni di verifica. Va altresì osservato che la<br />

media di 18 presidenti in carica in età ferrantina esprime comunque un valore<br />

più che doppio rispetto a gran parte dell’età vicereale: sappiamo infatti che tra<br />

il 1550 e il 1700 erano chiamati al disbrigo delle revisioni contabili e delle cause<br />

di giustizia tra i 6 e i 10 presidenti 205 .<br />

Negli ultimi tempi dell’età aragonese, precisamente nell’anno 1500,<br />

sappiamo che non tutti i presidenti esercitavano effettivamente il lavoro di<br />

ufficio:<br />

Et in computo an. 1500 Salvat. de Zizo fol. 430 inter Praesidentes actu servientes<br />

subscripti reperiuntur: Hector Pignatellus Locumtenens Magni Camer., Ioannes Andreas<br />

de Cioffis, Pirrus Pisanellus, Marcellus Gaczella, Antonio Rota, Antonellus de Stephano,<br />

Silvester de Masculis. Praesidentes non servientes erant isti: Vitus Pisanellus, Ioannes<br />

Pontanus, Aloysius de Raymo, Andreas Mariconda, Troianus de Boctunis, Antonius de<br />

Ianuario, Maczeus de Afflicto, Raynaldus Brancacius, Ioannes Aloysius de Actaldo,<br />

Berardinus de Marchesio, Guilielmus Zapporta, Beradinus Galeota, Andreas de Urso,<br />

Petrus Lupus 206 .<br />

204 Cfr. Küchler, Die Finanzen, p. 15.<br />

205 Si veda Muto, Meccanismi, in particolare p. 392.<br />

206 Toppi, De Origine, p. 231 sg.<br />

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