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Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo<br />

427<br />

Il Curie 13 era relativo agli anni 1482­1486. Francesco de Montibus fu percettore di Principato<br />

citra e Basilicata almeno dal 1472 al 1485, quando egli rinunciò all’incarico. Cfr. Volpicella, Note,<br />

p. 374 sg., nonché ASN, Percettori di Principato Citra, 2008-2011.<br />

428<br />

ASN, Partium 114, c. 448r v; lettera del 17 gennaio 1524. La foliazione di questo registro è<br />

molto irregolare. Si tratta della difesa di Canale di Pilo nel territorio di Monopoli.<br />

429<br />

Cavaliere napoletano, fu eletto doganiere delle pecore di Puglia nel 1477 e mantenne tale carica<br />

fino al 1494, anno in cui l’ufficio passò alla famiglia d’Afflitto (cfr. supra, c. 58v n). Si tratta<br />

di quel Nicola Maria Caracciolo che fu commissario con Galeotto Carafa (con ogni probabilità<br />

Galeotto figlio di Gurrello e di Lucrezia Pignatelli, barone di Tiriolo (CZ), castellano di Amantea<br />

(CS), e di Crotone, piuttosto che Galeotto, signore di Pascarola (Caivano, NA) e Civitaluparella<br />

(CH), capitano dell’Aquila, che nel 1458 si ribellò a Ferrante: Petrucci F., Carafa, Galeotto) nel<br />

1480 «per assicurare gli stranieri desiderosi d’importare animali nel Regno» (Volpicella, Note,<br />

p. 309) e che vendette alla fine degli anni ’90 del ’400 ad Antonio de Gennaro, per duecento<br />

ducati, la rendita sulla dogana di Bisceglie (ivi, p. 340). Per le sue attività si vedano anche Spola,<br />

Documenti; Violante, Il re, pp. 152 sgg.<br />

430<br />

Cfr. supra, c. 57v.<br />

431<br />

Cfr. infra, cc. 205, 339. ASN, Partium 50, c. 169; lettera del 19 novembre 1500. Si tratta,<br />

dunque, secondo l’antica numerazione di questa serie archivistica del Partium XIIII, e non XIII.<br />

Al c. 169 si legge inoltre doblecti e non dobrette. Doganiere di Napoli era Girolamo Arringatori.<br />

432<br />

Cfr. infra, c. 339.<br />

433<br />

«[...] diminutio rerum fiscalium non procedit sine sollemnitate», cfr. Ritus, passim.<br />

434<br />

Ho sciolto qui, come nelle annotazioni seguenti, sempre Maestati e non Maiestati in conformità<br />

con le abitudini dello scriba. Cfr. la terza annotazione di questa stessa carta e la quarta della<br />

carta seguente.<br />

435<br />

Gonzalo Fernández de Córdoba, dal 16 dicembre 1504 all’11 giugno 1507 «visorrey y Iugarteniente<br />

general» del Regno, morì a Granada il 2 dicembre 1515. Su di lui la bibliografia è<br />

molto ampia; vanno ricordati almeno i profili ormai classici tracciati da Giovio (La vita, cc. 258­<br />

318v) e da Parrino (Teatro), e la recente biografia di De Gaury (The Gran Captain). Sua erede fu<br />

la figlia Elvira Fernández de Córdoba: conferma data a Bruxelles il 23 marzo 1517, ora in ACA,<br />

Reg. 3928, cc. 191­214v.<br />

436<br />

È Trojano Caracciolo, dal 1487 duca e poi, dal 1498, principe di Melfi. Morì nel 1520. Cfr.<br />

Petrucci F., Caracciolo, Trojano.<br />

437<br />

La locazione di Vallecannella (Valle Candela, Valle Candella) si trovava sulla riva sinistra del<br />

fiume Ofanto, nel territorio dell’attuale comune di Cerignola (FG), lungo la strada per Canosa di<br />

Puglia (BA).<br />

438<br />

ASN, Partium 14, c. 24v. Si trattava dunque, secondo l’antica numerazìone di questa serie archivistica,<br />

del Partium 18, non del regestro Notamentorum moderno. Del resto cfr. infra, c. 348.<br />

439<br />

«Matthaeus de Judicibus de Fiano, Archipresbyter sancti Stephani de Fiano Nepesinae<br />

Dioecesis per translationem Meuli [de Mascambrunis] evasit hujus ecclesiae Episcopus sub Paulo<br />

II. anno 1464»: Ughelli, Italia, VIII, col. 369. Gli successe il 12 febbraio 1487 Troilo Agnesio. Cfr.<br />

anche Gams, Series Episcoporum, p. 931.<br />

440<br />

ASN, Partium 14, cc. 49v­50; lettera del 23 settembre 1478. Era doganiere Nicola Caracciolo,<br />

cfr. supra, c. 60v e nota.<br />

441<br />

Carpino (FG).<br />

442<br />

ASN, Partium 14, cc. 25v­26r v­27r v; lettera del 31 agosto 1478.<br />

443<br />

Dell’abate di S. Maria de Gripta, Blasio Sellaroli. Cfr. infra, c. 68.<br />

444<br />

Giovanni Castriota, cfr. supra, c. 13 e n.<br />

445<br />

Ordona (FG). Un castrum è qui attestato già nella lista del 1269 dei castelli di Capitanata:<br />

Sthamer, L’amministrazione, p. 16.<br />

446<br />

Sta per Versentino, nel territorio dell’attuale comune di Manfredonia (FG); cfr. infra, c. 203v.<br />

Alla destra del torrente Candelaro, si estendevano fino all’inizio del XX secolo i due laghi di Salpi<br />

e di Versentino/Bersentino. Quest’ultimo, sul finire del XVIII secolo, raggiunse la massima estensione,<br />

anche in seguito alle inondazioni dei torrenti Cervaro e Carapelle. Cfr. Caldara­Pennetta­<br />

Simone, Holocene.<br />

447<br />

Non lontano dal lago di Lesina (FG), sorgeva la domus Bellovideri: cfr. Sthamer,<br />

L’amministrazione, p. 16.<br />

496

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