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Repertorium Alphabeticum Solutionum Fiscalium Regni Siciliae Cisfretanae<br />

137<br />

ASN, Ibid.: «[...] Nui considerando che per libri ad stampa non è stato pagato né si paga dericto<br />

alcuno in lo Regio Fundico de la Dohana de Napoli, et quello che se serva in lo dicto Fundico se<br />

deve anche observare in de li altri fundici del Regno [...]».<br />

138<br />

Ivi, c. 205v. La lettera è del 15 novembre 1477, e non del 13 novembre 1457.<br />

139<br />

Cfr. supra, f. 4 e n.<br />

140<br />

Così. Sta per XXIII o per XXVIII?<br />

141<br />

Mercato S. Severino (SA).<br />

142<br />

Si tratta di Giovanni Antonio Marzano: Alfonso gli riconfermò l’ufficio di cui lo aveva investito<br />

Giovanna II. Cfr. Moscati, Lo Stato, p. 13; Ryder, The Kingdom, p. 291 sg.<br />

143<br />

Fu conte di Chiaromonte dal 1465, principe di Bisignano dal 1472, possessore della gabella<br />

della seta dal 1483, duca di San Marco, conte di Tricarico, Altomonte e Cariati, gran camerario.<br />

Cfr. Fonti Aragonesi, XIII, p. 98, n. 1; Volpicella, Note, pp. 424­428.<br />

144<br />

Cfr. Volpicella, Note, p. 329. Su questo personaggio cfr. infra, c. 130 e n.<br />

145<br />

Si tratta del monastero di S. Anna. Cfr. Rationes, Campania, p. 395.<br />

146<br />

Tristano de Queralt fu anche maestro portolano della provincia d’Abruzzo dal 1468; cfr. infra,<br />

c. 325v e n.<br />

147<br />

Membro della famiglia capuana de Monti, fu fratello di quel Francesco elogiato da Ferrante<br />

per la sua fedeltà in tempo di pace come in guerra (Volpicella, Note, p. 374 n; infra, cc. 60v n, 317v<br />

n, 318 e n). Cola Antonio fu avvocato fiscale dal 1448 al 1452, sostituto del conservatore generale<br />

del real patrimonio dal 1448 al 1458, luogotenente della Sommaria dal 1450, regio con sigliere dal<br />

1452: cfr. Toppi, De origine, Lib. IV, p. 166; Fonti Aragonesi XIII, p. 21 n. 5; De Frede, Studenti, p.<br />

21 sg. Nel 1465, acquistò dal re la terra di Corigliano d’Otranto (LE): cfr. in fra, c. 286v; Percopo,<br />

Lettere, p. 27.<br />

148<br />

Iacopo de Cilinis; cfr. infra c. 20 n.<br />

149<br />

Giovanni di Bellofiore. Su di lui cfr. Toppi, De Origine, I, p. 189.<br />

150<br />

«Magnificus miles et utriusque iuris doctor». Era già morto nel 1468, come si ricava dalla convenzione<br />

stipulata il 20 settembre 1468 dalla sua vedova Primavera Pignatelli, di Napoli, con lo<br />

scultore lombardo Pietro de Martino, per la realizzazione di un monumento funebre al Guindazo<br />

nella chiesa di S. Domenico Maggiore «con li scuti et l’arme de condam messer Cicco et de la<br />

dicta madama Primavera»; cfr. ASN, Processi Antichi ­ Pandetta corrente, fascio 1619, fascicolo,<br />

10592/I, c. 19; questo processo è stato utilizzato dal Rogadeo, L’arte, e da Strazzullo, L’attività. Su<br />

Cecco Antonio vedi anche: Cannavale, Lo Studio, p. XIX; Origlia, Istoria, I, pp. 242­244.<br />

151<br />

Nacque da Tommaso, fratello di Antonio Malizia Carafa, nei primi anni del XV secolo. Abbracciò<br />

dapprima la carriera ecclesiastica, ottenendo numerosi benefici. Dopo il 1439 depose l’abito<br />

talare e si dedicò agli studi giuridici, ottenendo da Alfonso il Magnanimo, subito dopo la conquista<br />

del Regno, la castellania di Castel Capuano e poi le cariche di presidente della Som maria,<br />

presidente del Sacro Regio Consiglio e di regio consigliere. Nel 1453 il suo nome è ricor dato tra i<br />

professori dell’università di Napoli, per l’insegnamento del diritto civile; in seguito insegnò anche<br />

diritto canonico. Anche sotto Ferrante, di cui divenne consigliere particolare, ebbe incarichi e<br />

cariche di rilievo, come quella di vicecancelliere dell’università. Fu tra i giuristi che istruirono il<br />

processo contro Francesco Coppola e Antonello Petrucci. Morì il 25 dicembre 1486. Cfr. Petrucci<br />

F., Carafa, Giovanni Antonio; De Frede, Studenti, pp. 28 sgg. Per il suo ruolo di consigliere regio<br />

ebbe da Ferrante un appannaggio annuo di 500 ducati: Capaccio, Il Fora stiero, pp. 598­604; E.<br />

Cannavale, Lo Studio di Napoli nel Rinascimento, Torino, 1895, p. 261, doc. 2544.<br />

152<br />

Michele non va confuso con l’omonimo Michele Riccio, figlio di Nicola, che nacque intorno al<br />

1445 e fu avvocato fiscale, maestro razionale della Zecca e fece poi fortuna in Francia con Carlo<br />

VIII e Luigi XII: De Frede, Studenti, pp. 47 sgg.<br />

153<br />

Non è tra i frammenti di registri Commune Summariae conservati in ASN, Museo 99 A 31;<br />

non si ritrovano neppure gli altri provvedimenti ripresi, al c. 20 del Repertorium, dal Comune<br />

del 1444­1445.<br />

154<br />

Giustiniani, Prammatiche, VI, pp. 287­292.<br />

155<br />

È Iacopo de Cilinis: «At cum Neapoli obijsset, et corpus eius ad Patriam adducendum disposuisset,<br />

en hic illius temporis Regiae Camerae Summariae provisio, quae Lectori subijcitur,<br />

deprompta ex Com. 12 an. 1454 et 56, c. 114 a ter. in Arch. Reg. Cam.: Innicus etc. Universis et<br />

singulis gabellotis, platearijs, passagerijs, ac quorumcumque iurium, vectigalium receptoribus<br />

a Civitate Neapoli, usque ad terram Lanczani inclusive constitutis. Cum nobiles viri Simon de<br />

Cilinis frater, et Iulius eiusdem cognominis filius quondam egregij Viri Domini Iacobi de Cilinis<br />

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