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Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo<br />

183<br />

«Mercatori neapolitano», fu consigliere di re Alfonso I che gli vendette (10 feb. 1448) le terre<br />

di Gragnano, Lettere, Pimonte, Franche, Positano e Torre del Gallo per 2500 duc. Fu presidente<br />

della Sommaria, e nel 1462 comprò la terra di Angri (Volpicella, Note, p. 369). Il 13 ottobre 1452<br />

acquistò la città di Vieste «cum instrumento gracie redimendi quod per impi gnoramentum redimendi<br />

et est presidens taxata nichil» (Fonti Aragonesi, III, p. 19). IL 9 nov. dello stesso anno riceve<br />

«lictera assecurationis vassallorum civitatis Licterarum, terre Graniani et Positani de provincia<br />

Principatus Citra et civitate Vestarum de provincia Capitinate quia Presidens Camere Summarie<br />

nichil» (ivi, p. 22). Ancora nello stesso anno acquista S. Giorgio e Bracigliano dalla contessa di S.<br />

Severino (Regesto della Cancelleria, p. 7; contessa di S. Severino era Giovanna Sanseverino, cfr.<br />

Volpicella, Note, p. 428 sg.). Sulle funzioni svolte dalla sua banca nella compagine amministrativa<br />

aragonese cfr. Ryder, The Kingdom, pp. 182­188 e passim. Su questa famiglia cfr. Galietti Sabino,<br />

Memorie.<br />

184<br />

Tra i segretari regi acquistarono particolare preminenza Giovanni Olzina e Arnaldo Fonolleda,<br />

cfr. Ryder, The Kingdom, pp. 228 sgg.<br />

185<br />

D’Afflitto.<br />

186<br />

Si tratta di Ferrante Sanseverino (1507­1561), figlio di Roberto e di Marina di Villahermosa.<br />

Nel 1552 fu condannato per fellonia e privato dei suoi beni. Fu al servizio del re di Francia; morì ad<br />

Avignone dopo essersi convertito al Calvinismo. Su di lui cfr. Carucci, Ferrante; Fava, L’ultimo;<br />

Colapietra, I Sanseverino, pp. 131 sgg. Anche nelle grazie sollecitate al viceré duca d’Alba dal<br />

Parlamento generale del Regno il 25 maggio 1556 al cap. XXIII si fa riferimento a lui come all’«olim<br />

Principe di Salerno»; in questo capitolo si riferisce la supplica di alcuni gentiluomini creditori<br />

del principe di Salerno: la moglie di Ferrante, Isabella, a cui i beni erano stati nuovamente<br />

concessi dal fisco dopo la loro confisca del 1552, si rifiutava infatti di dar loro soddisfazione; cfr.<br />

l’edizione di questo documento in appendice al 2° vol. di Cernigliaro, Sovranità, pp. 968­991.<br />

La principessa morì a Valladolid nel 1559. “Le case” del principe di Sanseverino in cui secondo il<br />

Repertorium si reggeva la Sommaria potrebbero essere altre di sua proprietà diverse dal celebre<br />

palazzo fatto costruire da Roberto Sanseverino a ridosso delle mura e della Porta Reale (all’altezza<br />

dell’odierno liceo Genovesi) di fronte al complesso francescano di S. Chiara e di cui oggi resta<br />

gran parte della facciata dopo la demolizione dell’edificio nel 1584 e l’edificazione della Chiesa del<br />

Gesù Nuovo; cfr. Ceci, Il palazzo; Pane, Il Rinascimento, pp. 215­222. Resta da chiarire come mai<br />

la Sommaria che, secondo il Toppi, già dal 1540 si reggeva nel Castel Capuano (e certamente dal<br />

1545) fu nel 1554 trasferita altrove, per poi nuovamente tornare in Castel Capuano. Forse erano<br />

in corso dei lavori di riattamento?<br />

187<br />

Toritto in Terra di Bari era stata data in feudo a Antonello Petrucci.<br />

188<br />

Figlio di Stefano Pignatelli. Già governatore della baronia del Bianco dove si allevavano le razze<br />

di cavalli del re (Volpicella, Note, pp. 354, 442), fu credenziere di Bisceglie (BA) nel 1487, poi<br />

regio consigliere e luogotenente del gran camerario (Facchiano, Monasteri, p. 263).<br />

189<br />

Cercola (NA).<br />

190<br />

ASN, Partium 12, c. 18v.<br />

191<br />

Era in quegli anni presidente della regia Camera della Sommaria. Cfr. Intorcia, Magistrature,<br />

p. 107 sg. Il 12 agosto 1548 subentrò come reggente di Cancelleria a Cicco de Loffredo, cfr. Toppi,<br />

De Origine, p. 152.<br />

192<br />

Questo documento è edito in Vitale V., Trani, p. 665, doc. XVI. Per la storia quattrocentesca<br />

del diritto di riscossione di questa gabella, cfr. Vitale G., La formazione, pp. 141 sgg.<br />

193<br />

In quest’anno Ioanni Flaviano, cfr. Vitale G., La formazione, p. 124.<br />

194<br />

Bisceglie.<br />

195<br />

Laterza. Cfr. supra, c. 1.<br />

196<br />

Quasi certamente proveniente dalla famiglia, del seggio di Portanuova, che dal tempo di<br />

Alfonso I al 1617 detenne l’ufficio di mastro pottolano della capitale in burgensatico. Cfr. Mantelli,<br />

Il pubblico, p. 319 n. 14.<br />

197<br />

Cfr. supra, c. 1v.<br />

198<br />

Bisceglie (BA).<br />

199<br />

Non è tra i frammenti di registri Commune Summariae, custoditi in ASN, Museo 99 A 31.<br />

200<br />

Vico del Gargano (FG).<br />

201<br />

Cfr. supra, c. 8.<br />

202<br />

Non è tra i frammenti di registri Commune Summariae, custoditi in ASN, Museo 99 A 31<br />

486

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