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Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo<br />

19<br />

Cfr. infra, c. 7v.<br />

20<br />

Montefusco (AV).<br />

21<br />

Cfr. infra, c. 16v.<br />

22<br />

Cfr. infra, c. 8r v.<br />

23<br />

È tra i registri dei Partium andati distrutti. Nell’Inventario dei Partium 5II, del XVII secolo,<br />

custodito nella Sezione Politico­Diplomatica dell’ASN, non si ritrova il riferimento alla c. 28.<br />

24<br />

Paduli (BN).<br />

25<br />

Cfr. infra, c. 20v.<br />

26<br />

Si tratta del Ritus VIII della rubrica De Fundico Flagelli a p. 246 e 247 dei Ritus: «[...] ferrum,<br />

vel merces, quae non possint in aliam Provinciam immitti, quanquam essent fundicatae: quia, si<br />

vult ire Beneventum, solvet tantum passagia, fundicum non; eo semel soluto non perdentur, quia<br />

in aliam Regni Provinciam immitti non possunt, quia non immittit ut velit vendere per Regnum,<br />

sed ut Beneventum vadat; sicut si velit ire Renate [?], non perdetur ferrum tale, si solventur, quae<br />

sunt consueta, quando exit, sicut sunt passagia, et alia solita in Benevento, si merces hae non sunt<br />

consumptae ibi; sed si extra Beneventum portentur infra Regnum, capientur per secretum, et officiales<br />

eius tanquam prohibitae immitti ad exercitium, et usum hominum subditorum regiorum<br />

illius Provinciae [...]».<br />

27<br />

Così.<br />

28<br />

Nell’Inventario dei Partium, 5II, del XVII secolo, custodito nella Sezione Politico­Diplomatica<br />

dell’ASN, alla c. 6 si legge una brevissima notazione tratta proprio dal Partium 6: «F. 27: Per la<br />

gabella della tentaria di Napoli; et vi è decreto per li panni di lino et bambace che vengono da extra<br />

territorio a tegnere in Napoli, et altro».<br />

29<br />

Monteforte Irpino (AV).<br />

30<br />

Figlio di Niccolò, che era stato tra i più accesi sostenitori del partito angioino, poté far ritorno<br />

a Napoli, insieme al fratello Giovanni, solo nel 1480, in seguito alla pace tra Ferrante e Lorenzo il<br />

Magnifico. Il re li reintegrò nei beni paterni, e investì Angelo della Contea di Campobasso. Questi<br />

rimase fedele agli Aragonesi fino alla morte. Su di lui cfr. Filangieri, Una congiura, p. 116 sg.<br />

31<br />

Si tratta di Gagliano (LE). Cfr. infra, cc. 16, 120v.<br />

32<br />

Il Volpicella (Note, p. 222) ricorda Mariotto Corso, capitano di fanti, a cui nel 1487 re Ferrante<br />

ordinava che fosse dato il possesso della terra di Gagliano. La notizia è desunta dai Privilegiorum<br />

Cancellariae III. Evidentemente la concessione avvenne come segno tangibile di riconoscenza,<br />

dal momento che proprio grazie all’aiuto di Mariotto, il 10 dicembre 1485, Federico d’Aragona era<br />

riuscito a fuggire da Salerno e dai baroni ribelli, su due barche di Cetara e di Cava (ivi, p. 236).<br />

33<br />

Cfr. infra, c. 18.<br />

34<br />

Lo ritroviamo in Regesto della Cancelleria, p. 6, n. 34 (10 ott. 1452); p. 52, n. 309 (1 mar. 1486);<br />

p. 103, n. 668 (1 apr. 1494); p. 173, n. 77 (26 lug. 1488); p. 200 sg. Si tratta di Raimondo del Balzo,<br />

figlio di Angilberto, duca di Nardò (LE), conte di Castro (LE) e Ugento (LE), signore di Galatola<br />

(Galatone, LE), Locorotondo (BA) e Triggiano (BA). Cfr. Sanudo, Diari, vol. I, p. 39.<br />

35<br />

Al Coppola fu concessa tale carica il 27 maggio 1486, cfr. Schiappoli, Napoli, p. 213. Sull’acquisto<br />

della contea di Cariati cfr. Volpicella, Note, p. 322.<br />

36<br />

Ambasciatore fiorentino a Napoli nel 1485­1486, cfr. Pontieri, La politica, pp. 6­14 e passim,<br />

e Scarton, Corrispondenza, in particolare l’Introduzione, pp. XIII­XCV, e il volume Giovanni<br />

Lanfredini. Il «libro copertato de russo quale se conserva appresso li Quinternioni de la Camera»<br />

è con ogni probabilità il Privilegiorum 20, dal momento che in questo registro Francesco<br />

Carabellese (Bilancio, pp. 102­103) ritrovava il privilegio con cui Ferrante concedeva a «Giovanni<br />

Lanfredino [...] una casa in Napoli, nel Sedile di Porta Nova, nel luogo ove si dice la via della<br />

Chiavica che va verso la Iudeca, che fu già di Francesco Coppola conte di Sarno, confinante la via<br />

publica, la via che si chiama la Chiavica, i beni di Pietro di Ligorio, la casa di Giovanni di Luigi<br />

Capuano, al presente di Antonio Coppola ed altri confini». Il Lanfredini sollecitava da tempo il<br />

sovrano a concedere una casa per gli ambasciatori fiorentini: Scarton, Corrispondenza, pp. 691<br />

sg., 694 sgg., 708 sgg., nn. 363, 365, 372; Eadem, Giovanni Lanfredini, p. 242.<br />

37<br />

Cfr. su di lui Del Treppo, Marinai, pp. 182­183.<br />

38<br />

Su Petraccone Caracciolo cfr. ad vocem DBI, 19, p. 440 sg. Da non confondere con i successivi<br />

Caracciolo di Brienza, sui quali Astarita, The continuity.<br />

39<br />

Solitamente si ritrova la locuzione parus unius cirothecarum de camusio valoris tareni unius<br />

ecc. Cfr. ad es. infra, c. 17. La lezione de cunto valoris tareni unius ecc. rappresenta con ogni pro­<br />

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