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135<br />

Introduzione<br />

politico-amministrativa del Regnum si rivela piuttosto una struttura flessibile<br />

e volta al delicato dosaggio di autonomie e particolarismi, in qualche caso tanto<br />

cedevole ed elastica da apparire persino debole 407 . Eppure solo tale duttilità,<br />

che conciliava con una realtà complessa e diversificata gli impulsi accentratori<br />

dei sovrani, rese possibile l’unificazione dei vivaci particolarismi, stringendo in<br />

unico assetto regolatore forme dotate di vitalità propria e strutturalmente<br />

diverse. Se fissiamo il nostro sguardo sulla “geografia amministrativa” del<br />

Mezzogiorno e sulle sue trasformazioni nel tempo, osserviamo che essa lascia<br />

sempre trasparire con chiarezza l’eterogeneità dei nuclei politici e territoriali su<br />

cui l’“unità” del Regnum si era imposta, persino nei periodi in cui la “sorveglianza”<br />

dei sovrani sembra intensificarsi e risolvere in relazioni gerarchizzate i<br />

regionalismi e le disorganicità. Tale complessità istituzionale, immutata nei<br />

secoli, risulterà a mala pena scalfita dai tentativi di disciplinamento promananti<br />

dal potere centrale. E ciò al punto che, in età illuministica, essa rappresenterà<br />

per i riformatori e il loro esprit de géométrie motivo di stupita attenzione e<br />

bersaglio degli strali delle loro polemiche. Tuttavia proprio il suo riconoscimento,<br />

profilandosi come il necessario tributo alla faticosa costruzione di una<br />

più ampia unità territoriale, costituì per il Regnum la premessa e la garanzia<br />

della sua sopravvivenza.<br />

è la norma dell’azione politica, la legge motrice dello stato. Essa dice all’uomo di governo ciò ch’egli<br />

deve fare per conservare lo stato vigoroso e forte, e poiché questo è formazione organica, che<br />

mantiene tutta la sua forza soltanto se capace di crescere ancora in qualche maniera, la ragion di<br />

stato indica pure di questo sviluppo le vie e la meta. Non le sceglie però ad arbitrio, né fissa una via<br />

uniforme, valevole per tutti gli stati, in quanto lo stato è anche una formazione individuale, retta<br />

dalla propria idea di vita, in cui le leggi generali della specie vengono modificate dalla particolarità<br />

della struttura e dell’ambiente».<br />

407 A tale interpretazione sembra accedere talvolta Pietro Gentile.

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