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63<br />

Introduzione<br />

non alimentare inutili tensioni con la nobiltà di Seggio, che aveva il diritto di<br />

«eligere ad sedendum in dicta Curia [...] Magistros Rationales» 127 ; una scelta<br />

di “prudenza” politica, che non avrebbe tuttavia evitato l’insorgere di conflitti<br />

di competenza tra i due uffici, che si sarebbero protratti, con esiti alterni, per<br />

circa un secolo.<br />

Tali conflitti sono del resto richiamati già nel mandato con cui il 15<br />

settembre 1350 il re Luigi di Taranto e la regina Giovanna I confermavano e<br />

ampliavano i privilegi di cui godevano i Maestri Razionali. Senza mai<br />

menzionare esplicitamente gli ufficiali della Camera, i re ricordano infatti che<br />

la «iuris civilis auctoritas» tiene distinte le attribuzioni dei diversi uffici e<br />

ribadiscono che la «iurisdictio» è necessariamente amministrata «per proprios<br />

iudices quibus attributa extitit [...] ne promiscuis actibus rerum perturbantur<br />

officia» 128 . I due sovrani sono invece costretti ad arginare spinte di tutt’altra<br />

natura:<br />

Ne igitur per aliorum Officialium nostrorum ambitionem aut varias alias astutias, per nos<br />

concessa aut concedenda iurisdictio aliis in derogationem officii et dignitatis Magistrorum<br />

Rationalium eorundem familiorum, collateralium et fidelium nostrorum, qui die<br />

noctuque cura sedula pro nostris Fiscalibus iuribus conservandis stans attenti tam in<br />

praemissis quam in aliis quibuscunque quae (ut praedicitur) ad eorum spectant officium,<br />

possit per cuiusvis astutae procurationis involucrum viribus subsistere [...] 129 .<br />

Anche se le violazioni di attribuzione, secondo la cultura del tempo, sono<br />

ricondotte alle qualità morali dei singoli, quindi all’astuzia e all’ambizione di<br />

alcuni ufficiali regi, il richiamo alla «per nos concessa aut concedenda<br />

iurisdictio», in deroga alle attribuzioni dei Maestri Razionali, lascia intendere<br />

che vi fosse una qualche consapevolezza da parte di Luigi e Giovanna di avere<br />

contribuito ad alimentare dinamiche di competizione tra gli uffici. D’altronde,<br />

non mancano i documenti che consentono di far luce sull’ampliamento della<br />

sfera di competenze della Sommaria promosso dagli Angioini nei decenni<br />

precedenti.<br />

Sono eloquenti alcune disposizioni per lo stratigoto di Salerno. In una<br />

lettera di re Roberto a lui indirizzata il 26 maggio 1328 ancora si ribadisce che<br />

in una situazione di contenzioso in corso erano i Maestri Razionali a essere<br />

competenti per «finalem et debitam racionem»:<br />

iniungas ut sexto post mandatum tuum cum omnibus quaternis et cautelis, quos habent<br />

et habere debent de dictis officiis et cabellis, coram Burgaro de Tollentino, Iohanne de<br />

Lando, militibus, iuris civilis professoribus et Rainaldo de Roccho, thesaurario magne<br />

nostre curie, magistris rationalibus, dilectis consiliariis et familiaribus et fidelibus nostris,<br />

quibus id commictendum duximus, studeant comparere, posituri de dictis cabellis et<br />

127 Si veda il documento pubblicato in Toppi, De Origine, p. 256 sg.<br />

128 Il documento è pubblicato in Capece Galeota, Responsalia, pp. 18 sgg.<br />

129 Ivi, p. 18.

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