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131<br />

Introduzione<br />

nel 1536 l’esistenza di una ben precisa volontà disciplinatrice, ulteriormente<br />

acuita dagli alti costi dell’impresa di Tunisi dell’anno precedente (1535) 396 . Dal<br />

settembre 1536, almeno fino al 1543, il Camerario operò attuando una accurata<br />

revisione contabile dei bilanci, individuando i modi in cui si verificavano malversazioni<br />

e storni di danaro, recuperando somme frodate al fisco, identificando<br />

nella gestione della Tesoreria Generale «il nodo da sciogliere nell’aggrovigliato<br />

giro di interessi e di sotterranee solidarietà che legava tra di loro le<br />

istituzioni dell’apparato burocratico» 397 , ottenendo nel 1539 la sospensione<br />

dall’ufficio del tesoriere generale Alfonso Sanchez. È ancora del 1536 il primo<br />

tentativo della Sommaria di determinare l’ammontare dei compensi annualmente<br />

percepiti da ogni funzionario regio, individuandolo «per arbitrio secondo<br />

l’informazione delle persone che sono pratiche in cadauno di detti uffici [...]<br />

per tutto lo Regno in diverse terre e città, dove detti uffici sono posti», e che<br />

portò nel 1538 alla redazione imperfetta di un Libro degli uffici 398 . La reazione<br />

delle forze napoletane non si fece attendere, e avvalendosi dell’insperato appoggio<br />

del viceré Toledo, divenuto ostile al Camerario, si concentrò contro<br />

l’ufficio di Conservatore Generale, fino a portare all’apertura nel 1543 di un<br />

processo contro il Camerario che si sarebbe poi concluso nel 1547, con la sua<br />

condanna capitale e la conseguente fuga dal regno 399 .<br />

L’impulso alla centralizzazione degli uffici continuò tuttavia a esser<br />

perseguito dal Toledo, e l’istanza di disciplinamento emersa in quegli anni fu<br />

metabolizzata dal massimo istituto finanziario del Mezzogiorno, che vide di lì a<br />

poco le riforme del luogotenente Francesco Reverter sulla tenuta della contabilità,<br />

nonché la redazione di un nuovo libro degli uffici regi (1546), più dettagliato<br />

di quello del ’38, e dei repertori del Nasturzio e dello Squillante 400 . Fu infatti<br />

396 Sulle origini siciliane dell’istituto di Conservatore Generale del Real Patrimonio cfr. Baviera<br />

Albanese, L’istituzione; eadem, Diritto, pp. 111-112. Sulla nomina del Camerario a luogotenente<br />

della Sommaria cfr. Toppi, De origine, lib. IV, p. 167 sg. In una lettera inviata a Carlo V (AGS,<br />

Estado, Leg. 1025, c. 23, lettera del 5. 5. 1536) il Pacheco indicava che «estos auditores [Sommaria e<br />

Vicaria] que publicamente roban alos vasallos de Vuestra Magestad», riportata da Cernigliaro,<br />

Sovranità, p. 326, n. 167.<br />

397 Muto, Le finanze, p. 39; ma più dettagliatamente sull’opera del Camerario idem, Magistrature,<br />

pp. 491-500.<br />

398 ASN, Sommaria, Diversi, I numerazione, fascio 16, fascicolo 1: Libro degli uffici regi del Regno<br />

di Napoli, quali sono a collazione di Sua Maestà e quali dell’Eccellenza del viceré, Napoli, 17 agosto<br />

1538. Sono di questi anni i tentativi di limitazione delle vendite a coloro da cui «suis Maiestatibus<br />

aut Regno posset sequi damnum aut praeiuditium». Cfr. Swart, Sale, pp. 19-45, 82-89; Mantelli,<br />

Burocrazia, pp. 92-94; idem, Il pubblico, pp. 277 sgg.; Cernigliaro, Sovranità, pp. 633, 783-784,<br />

804. Sulle differenze tra la venalità degli uffici basso medievale e quella d’età moderna, che troppo<br />

spesso, persino nei lavori appena citati, vengono confuse, cfr. Küchler, Ämterkäuflichkeit, in<br />

particolare a p. 326 sg.; Reinhard, Staatsmacht, in particolare p. 298; nonché le fondamentali<br />

ricerche di Schwarz, Ämterkäuflichkeit; eadem, Die Entstehung; eadem, Römischen Kurie.<br />

399 Cfr. De Frede, Il processo. Sull’opera del Camerario e del Pacheco cfr. supra, p. 128.<br />

400 Francesco Reverter era, dal 1532, uno dei presidenti della Sommaria e, dal 31 ottobre 1547, suo<br />

luogotenente («Magnificus Reverterius fuit creatus presidens in anno 1532», Repertorium, c. 122r;<br />

Toppi, De origine, lib. IV, p. 168). Inquisito nel 1563 da Gaspar de Quiroga, rispondendo alle accuse<br />

rivoltegli, sottolineava i molteplici servigi resi alla Corona, tra cui una serie di riforme da lui<br />

apportate al modo di tenere la contabilità della Camera della Sommaria: «Fece fare uno libro

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