Rischio psicosociale e problematiche inerenti l'identità in ...
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parametri (anche se sono stati analizzati separatamente), risultano <strong>in</strong>fatti<br />
essere concordi: complessivamente la comunicazione <strong>in</strong>trafamiliare è<br />
aperta e poco problematica, il supporto percepito dall'adolescente <strong>in</strong><br />
famiglia è alto e l'<strong>in</strong>dice di rischio <strong>psicosociale</strong> è <strong>in</strong> prevalenza medio.<br />
Possiamo qu<strong>in</strong>di considerare la positiva percezione della vita familiare<br />
un altro fondamentale fattore protettivo che aiuta l'adolescente nel suo<br />
adattamento <strong>psicosociale</strong>.<br />
Anche i risultati relativi al vissuto corporeo hanno evidenziato<br />
una percezione sostanzialmente positiva del corpo <strong>in</strong> entrambi i gruppi<br />
di adolescenti. Questo risultato, <strong>in</strong> realtà, è molto significativo se si<br />
considera che quasi l'80% dei ragazzi del campione (19 su 24) ha orig<strong>in</strong>i<br />
Lat<strong>in</strong>o-americane e Afro-Indiane, qu<strong>in</strong>di è portatore di tratti somatici e<br />
di un colore di pelle molto diversi rispetto ai coetanei italiani. Il fatto di<br />
vivere il proprio corpo <strong>in</strong> modo simile ai ragazzi non-adottati, oltretutto<br />
<strong>in</strong>seriti nella loro etnia di appartenenza, è <strong>in</strong>dicativo di come questi<br />
adolescenti siano ben <strong>in</strong>tegrati nel contesto sociale <strong>in</strong> cui vivono e di<br />
come, molto probabilmente, la loro diversità sia stata ben accettata sia<br />
dalla famiglia che dalla comunità. Per quanto riguarda il vissuto<br />
corporeo è qu<strong>in</strong>di possibile ipotizzare che le <strong>problematiche</strong> dovute alle<br />
trasformazioni fisiche dell'adolescenza siano dom<strong>in</strong>anti rispetto a quelle<br />
di diversità legate <strong>in</strong>vece all'adozione.<br />
In conclusione, possiamo dire che il fatto di non aver trovato, per<br />
la maggior parte delle variabili considerate, delle differenze significative<br />
tra gli adolescenti adottati e biologici, può essere attribuito all'esiguità<br />
del numero dei ragazzi esam<strong>in</strong>ati, il quale non ha permesso di rilevare<br />
delle differenze probabilmente esistenti, ma più piccole di quelle<br />
osservate. Oppure, questa assenza di significatività nelle differenze è<br />
attribuibile alla fase evolutiva considerata, l'adolescenza, le cui<br />
<strong>problematiche</strong>, legate alla separazione dai modelli <strong>in</strong>fantili e alla<br />
costruzione del<strong>l'identità</strong> adulta, possono essere talmente forti da risultare<br />
prioritarie e prevalenti rispetto a quelle legate allo status adottivo. In<br />
questa prospettiva l'evento adolescenza, <strong>in</strong>fluendo sull'evento adozione,<br />
potrebbe rappresentare un'area neutrale <strong>in</strong> cui i ragazzi, pur provenendo<br />
da esperienze diverse e lontane tra loro, possono <strong>in</strong>contrarsi e<br />
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