Rischio psicosociale e problematiche inerenti l'identità in ...
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Quali risorse si contrappongono e riducono il rischio a cui queste<br />
sfide sociali e relazionali potenzialmente conducono?<br />
Innanzi tutto va precisato che la capacità di far fronte ad un<br />
evento critico, come può essere l'adozione e con essa l'adolescenza,<br />
rimanda <strong>in</strong> primo luogo alla qualità e all'ord<strong>in</strong>e delle relazioni familiari.<br />
Le risorse sono <strong>in</strong>fatti "<strong>in</strong>dissolubilmente legate alle relazioni e alla<br />
capacità di costruirle e conservarle" (Greco, 1995), ed è nel legame che<br />
vengono assicurate all'<strong>in</strong>dividuo la copertura dei bisogni di vic<strong>in</strong>anza e<br />
<strong>in</strong>sieme la possibilità di differenziarsi senza temere un abbandono. La<br />
risorsa risiede perciò nel difficile ma prezioso equilibrio tra possibilità di<br />
sostegno e possibilità di sperimentazione che caratterizza le relazioni<br />
sane; per questo la famiglia diventa soggetto di risorsa nella misura <strong>in</strong><br />
cui è luogo di relazioni solide ma non soffocanti (ibidem).<br />
Naturalmente anche la famiglia allargata e tutto il corpo sociale <strong>in</strong><br />
cui la famiglia è <strong>in</strong>serita non sono esenti da queste d<strong>in</strong>amiche, anzi, la<br />
riuscita o il fallimento nell'impresa di far entrare il "figlio venuto<br />
d'altrove" nella discendenza parentale va attribuita anche al sostegno e<br />
alle forze <strong>in</strong>tegrative esterne al nucleo adottivo (Cigoli, 1996), <strong>in</strong> una<br />
sorta di adozione sociale attraverso cui la comunità si dichiara<br />
disponibile ad accogliere quegli elementi di diversità/novità di cui il<br />
ragazzo è portatore (Bramanti e Rosnati, 1998).<br />
Certo è che i nuclei adottivi che hanno accettato di avere un figlio<br />
di diversa appartenenza etnica sono nella condizione di doversi<br />
re<strong>in</strong>ventare una strada percorribile per loro, per le generazioni<br />
precedenti (i nonni, che sono chiamati a dare l'assenso all'adozione) e<br />
per quelle future (i discendenti) (Bramanti, 1998b); qu<strong>in</strong>di sono famiglie<br />
che per prime devono accettare la diversità del figlio e valorizzarla,<br />
anche favorendo dei contatti con persone appartenenti alla sua stessa<br />
razza, così che egli possa imparare a difendere la propria immag<strong>in</strong>e<br />
<strong>in</strong>teretnica anche <strong>in</strong> rapporto all'atteggiamento altrui (Dell'Antonio,<br />
1986).<br />
Riuscire a non far precipitare il differente nelle categorie<br />
dell'estraneo e del diverso, verso cui rivolgere l'ostilità, significa<br />
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