Rischio psicosociale e problematiche inerenti l'identità in ...
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amb<strong>in</strong>i ospedalizzati e privati della presenza materna durante il primo<br />
anno di vita (Spitz, 1973). Ciò che sorprendeva e che accomunava i<br />
risultati di questi studi, era la constatazione di come questi bamb<strong>in</strong>i,<br />
nonostante ricevessero tutte le attenzioni necessarie al loro<br />
sostentamento fisico, presentassero un progressivo deterioramento che<br />
co<strong>in</strong>volgeva tutta la loro persona: diventavano vulnerabili alle <strong>in</strong>fezioni,<br />
perdevano le acquisizioni l<strong>in</strong>guistiche e motorie raggiunte, avevano un<br />
arresto o una caduta del peso e sembravano ritirarsi attivamente dal<br />
contatto con la realtà (Valsesch<strong>in</strong>i, 1968).<br />
Il bisogno di capire i meccanismi sottesi a reazioni depressive così<br />
precoci, attivò un gruppo di psicoanalisti ad approfondire lo studio della<br />
coppia madre-bamb<strong>in</strong>o attraverso l'osservazione sistematica della loro<br />
<strong>in</strong>terazione nei primi mesi di vita (Gaspar<strong>in</strong>i Occhi, 1989).<br />
Alla nascita, l'<strong>in</strong>fante è fornito di un corpo e di un apparato<br />
psichico che, da soli, non gli consentono di sopravvivere, né fisicamente<br />
né psicologicamente, perché troppo immaturi e vulnerabili (Moro,<br />
1997). Con il parto, la brusca perdita dei riferimenti <strong>in</strong>trauter<strong>in</strong>i può<br />
essere vissuta come una caduta nel vuoto, "un'<strong>in</strong>terruzione della<br />
cont<strong>in</strong>uità dell'essere" (W<strong>in</strong>nicott, 1988), e solo attraverso il contatto<br />
con la voce della madre, i ritmi del suo respiro, il battito cardiaco e una<br />
certa qualità tattile, il neonato ritrova quegli elementi già conosciuti che<br />
gli permettono di avere una cont<strong>in</strong>uità d'esperienza tra il prima e il dopo<br />
(Morral Colajanni e Spano, 1985b). In queste fasi il bamb<strong>in</strong>o non è<br />
consapevole della sua esistenza, né percepisce la madre come dist<strong>in</strong>ta da<br />
sé (Grimaldi, 1996a); si trova <strong>in</strong> uno stato di "non <strong>in</strong>tegrazione" fisica e<br />
psichica (W<strong>in</strong>nicott, 1988), cioè non si è ancora realizzata un'unità<br />
psicosomatica, e l'accudimento materno costituisce per lui una barriera<br />
protettiva contro le stimolazioni eccessive, non ancora discrim<strong>in</strong>ate<br />
quanto alla loro orig<strong>in</strong>e esterna o <strong>in</strong>terna (Ferraro, 1992).<br />
Il concetto di reverie materna di Bion, si riferisce proprio a questa<br />
disponibilità della madre di funzionare da "contenitore" di tutti quegli<br />
stati emotivi e corporei angoscianti, che se non fossero da lei dotati di<br />
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