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Rischio psicosociale e problematiche inerenti l'identità in ...

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Mentre della famiglia adottiva conosce praticamente tutto, della<br />

famiglia naturale egli ha soltanto frammenti di ricordi, diretti o riportati;<br />

risulta dunque assai difficile per lui <strong>in</strong>teriorizzare e prendere le distanze,<br />

cioè differenziarsi, da ciò che non conosce o di cui ha una conoscenza<br />

vaga e confusa (Bramanti e Rosnati, 1998).<br />

La ricerca di una possibile <strong>in</strong>tegrazione tra queste due radici così<br />

lontane tra loro può a volte evolvere nell'esigenza di tornare a far visita<br />

ai luoghi legati alla sua nascita (Greco e Rosnati, 1998).<br />

Il viaggio nel Paese d'orig<strong>in</strong>e, se da una parte permette al ragazzo<br />

di rientrare <strong>in</strong> contatto con una parte della sua storia perduta e<br />

dimenticata, dall'altra lo costr<strong>in</strong>ge a fare i conti con una pericolosa<br />

ambivalenza che lo fa sentire diverso dai suoi genitori adottivi (perché lì<br />

ha la conferma della sua orig<strong>in</strong>e "altra") e contemporaneamente estraneo<br />

a quella terra, che non conosce e a cui sente di non appartenere 1 .<br />

Il dolore che l'adolescente adottato deve sopportare rispetto a<br />

questa identità ambigua viene chiaramente espresso da Alessandro 2 ,<br />

ragazzo somalo di 18 anni, adottato all'età di due anni e mezzo da una<br />

coppia italiana:<br />

Ma è logico che io mi consideri un africano! Sono nato <strong>in</strong> Somalia, fisicamente sono un<br />

somalo anche se ho questa pelle chiara…Se vivessi nella mia terra, mi confonderei con la<br />

mia gente. Invece, qui si nota subito che non sono un vero italiano, specialmente d'estate<br />

quando mi abbronzo. Qu<strong>in</strong>di non posso sentirmi italiano come lei e i miei genitori.<br />

E ancora:<br />

…i miei non lo sanno ma, dentro di me, mi sono chiesto tante volte che cosa farei oggi se<br />

non mi avessero adottato: come si sarebbe sviluppata la mia vita <strong>in</strong> Somalia? Logicamente,<br />

1 Il viaggio provoca reazioni diverse e assume dei significati differenti a seconda dell'età <strong>in</strong> cui si<br />

realizza; per esempio, per un bamb<strong>in</strong>o piccolo può essere un'esperienza sconvolgente e disorientante,<br />

soprattutto se è di un'altra etnia, perché, cogliendo la sua somiglianza con le persone che <strong>in</strong>contra,<br />

può temere di rimanere confuso con gli altri bamb<strong>in</strong>i, qu<strong>in</strong>di di smarrirsi e di non essere più ritrovato<br />

dai genitori adottivi (Scarpati, 2000). Per questo è importante che il viaggio non avvenga<br />

prematuramente, cioè non prima che l'attaccamento ai genitori adottivi e al nuovo paese sia<br />

def<strong>in</strong>itivo, o che tutte le difficoltà legate a questa esperienza siano superate (Bagdadi, 1997). Solo<br />

allora il desiderio di rientrare <strong>in</strong> contatto con la propria orig<strong>in</strong>e può diventare la conferma della<br />

consapevolezza della propria diversità e parallelamente avere anche una funzione di rassicurazione<br />

sulla propria realtà adottiva come unica radice concretamente disponibile (Greco e Rosnati, 1998).<br />

2 Cfr. Fallaci (1982).<br />

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