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Rischio psicosociale e problematiche inerenti l'identità in ...

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cioè di tornare più piccolo di quanto non sia, per ripercorrere quelle<br />

tappe non vissute della relazione primaria attraverso la ricerca di una<br />

simbiosi temporanea con la madre adottiva (Menghi e Rossetto, 1985).<br />

Durante questa fase di regressione assumerà dei comportamenti<br />

molto <strong>in</strong>fantili: per esempio chiederà di farsi imboccare, di stare nel letto<br />

con i genitori, parlerà con un repertorio l<strong>in</strong>guistico più povero rispetto a<br />

quello acquisito (Dell'Antonio, 1977); si lascerà toccare, baciare, lavare,<br />

accudire come se fosse un neonato. Contemporaneamente si<br />

riattiveranno <strong>in</strong> lui tutte quelle angosce di perdita e di morte vissute<br />

nella precedente e fallimentare relazione simbiotica, e nel timore di non<br />

riuscire neanche questa volta a controllare un eventuale allontanamento<br />

abbandonico dei genitori acquisiti, si impegnerà a vigilare<br />

<strong>in</strong>cessantemente sulla loro presenza, rifiutandosi perf<strong>in</strong>o di andare a<br />

dormire (Dell'Antonio, 1986).<br />

Il bisogno di ritrovare la traccia <strong>in</strong>iziale della sua vita, quel filo<br />

conduttore storico <strong>in</strong>terrotto e perduto nella "non-esperienza della<br />

propria genesi" (Sabatello e Natali, 1988), lo porterà <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e a desiderare<br />

di rivivere l'esperienza regressiva più estrema, quella del parto,<br />

chiedendo alla madre adottiva di poter "r<strong>in</strong>ascere da lei", sia per sentirsi<br />

più suo, sia per ricostruire quella cont<strong>in</strong>uità del Sé, nel tempo e nello<br />

spazio, fondamentale al suo senso di identità 5 (Menghi e Rossetto,<br />

1988).<br />

Soltanto beneficiando di una relazione "che possa evocare e<br />

rendere pensabile quella mancata" (Fenu, Federici, Chiarelli, 1985) è<br />

possibile elaborare il lutto per l'oggetto perduto; <strong>in</strong> questo percorso il<br />

bamb<strong>in</strong>o adottato potrà gradualmente <strong>in</strong>troiettare una nuova madre a<br />

sostegno dell'Io (W<strong>in</strong>nicott, 1984), riparare gli aspetti più danneggiati<br />

del suo mondo <strong>in</strong>terno (Guidi e Sessa, 1996), e recuperare le capacità di<br />

stabilire e mantenere dei nuovi legami d'amore.<br />

5 Ogni bamb<strong>in</strong>o trova il suo modo per rappresentare il suo parto; per esempio, Fenu, Federici e<br />

Chiarelli (1985) riportano il caso di un bamb<strong>in</strong>o che aveva chiesto alla madre adottiva di disegnare<br />

l'immag<strong>in</strong>e di una donna <strong>in</strong>c<strong>in</strong>ta che poi partorisce.<br />

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