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Rischio psicosociale e problematiche inerenti l'identità in ...

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elazioni, rendendosi disponibile a modellare le proprie scelte sul<br />

consenso comune; viceversa, le strategie risultano disfunzionali quando<br />

la famiglia si dimostra <strong>in</strong>capace di aiutare i propri membri a risolvere la<br />

situazione di crisi, ritenendoli responsabili del loro stato. In questo caso<br />

la disfunzionalità blocca il processo comunicativo e rende estranei i<br />

componenti del nucleo familiare, determ<strong>in</strong>ando anche la chiusura del<br />

sistema e un irrigidimento delle sue d<strong>in</strong>amiche <strong>in</strong>terne (Mor<strong>in</strong>o Abbele,<br />

1999).<br />

Nel percorso adottivo, la capacità di superare la crisi della<br />

transizione adolescenziale e di lasciare aperto il sistema familiare ad<br />

aspetti di novità e cambiamento delle relazioni <strong>in</strong> atto, dipende proprio<br />

dalle strategie che la famiglia adottiva utilizza per affrontare la difficile<br />

comb<strong>in</strong>azione degli elementi di somiglianza e differenza che emergono<br />

via via che il figlio adottivo cresce (Greco e Rosnati, 1998).<br />

Un contributo importante rispetto questa problematica ci viene<br />

fornito da Brodz<strong>in</strong>sky e Schechter (1990), i quali hanno <strong>in</strong>dividuato tre<br />

strategie di cop<strong>in</strong>g specifiche che la famiglia adottiva tende ad utilizzare<br />

per gestire la differenza percepita sia verso il m<strong>in</strong>ore che verso le<br />

famiglie biologiche. La prima riguarda il rifiuto della differenza, che<br />

consiste nel negare ogni differenza esistente tra il fatto di essere adottato<br />

ed essere generato, giungendo ad una assimilazione del figlio adottivo<br />

con il figlio naturale (Iafrate e Rosnati, 1998); <strong>in</strong> questo caso i genitori<br />

tendono ad una eccessiva "normalizzazione" dell'evento adottivo, nel<br />

senso che faticano a riconoscere nell'essere adottato una delle possibili<br />

cause delle difficoltà presenti nel proprio figlio, preferendo ricondurre<br />

tutti i disagi evidenziati alla fase adolescenziale (Bramanti e Rosnati,<br />

1998).<br />

La seconda strategia riguarda <strong>in</strong>vece il riconoscimento della<br />

differenza che, al contrario della precedente, consente un'esplorazione<br />

libera del significato della diversità legata al fatto di essere figlio<br />

adottivo e famiglia adottiva 1 (Iafrate e Rosnati, 1998). Inf<strong>in</strong>e la terza<br />

1 Questa modalità di approccio alla differenza verrà ripresa ed ampliata nel paragrafo 2.3., <strong>in</strong><br />

relazione all'analisi dei fattori protettivi che <strong>in</strong>tervengono nel processo di adattamento all'evento<br />

adottivo.<br />

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