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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
siano invece semplicemente membri della famiglia del singolo credente; l’esperienza<br />
religiosa è infatti sempre legata a un’educazione alla fede. Eppure proprio questa<br />
educazione è, per l’appunto, un’educazione al credere e all’amare, a un’esperienza<br />
religiosa interiore che dell’educazione e della stessa tradizione è lo scopo e <strong>il</strong> criterio. Non<br />
intendo per nulla sminuire la tradizione e l’aspetto storico o anche istituzionalizzato della<br />
religione, la cui totale imprescindib<strong>il</strong>ità per la stessa educazione del credente<br />
all’esperienza interiore del credere e dell’amare deve invece essere chiara. Tuttavia, per<br />
quanto debbano essere superate le frequenti e superficiali contrapposizioni tra tradizione<br />
e fede interiore, e per quanto si debba riconoscere che la seconda richiede la prima, non<br />
ci si deve dimenticare che la stessa tradizione, se non si riattualizza continuamente in ogni<br />
singolo fedele (nel suo cuore, per usare ancora questo termine biblico) rimane semplice<br />
lettera morta. Ancora una volta, dunque, non intendo porre l’esperienza religiosa del<br />
credere e dell’amare in contrapposizione con altre forme di esperienza relative alla<br />
religione, come l’esperienza di far parte di una comunità o di una tradizione e di aver<br />
ricevuto una certa educazione, ma semplicemente mostrare come tali comunità, tradizione<br />
ed educazione abbiano nell’esperienza individuale del credere e dell’amare <strong>il</strong> proprio<br />
stesso fondamento e criterio (e del resto proprio per questo fondamento e criterio la<br />
comunità religiosa si distingue da altre forme di comunità, per esempio da quella politica).<br />
Con l’affermazione secondo cui la tradizione avrebbe nell’esperienza interiore e affettiva<br />
del credere e dell’amare <strong>il</strong> proprio scopo e criterio non si intende qui sminuire non<br />
soltanto la tradizione, ma neppure <strong>il</strong> valore religioso di tutte le discipline o di tutti gli studi<br />
che mirano ad approfondire questa tradizione stessa e i suoi contenuti. Se un’un<strong>il</strong>aterale<br />
esaltazione della fede individuale può portare a un’ingiusta svalutazione di tutti questi<br />
studi (almeno dal punto di vista del loro valore religioso), occorre invece non dimenticare<br />
che l’amore porta (o almeno così ci si potrebbe aspettare) a voler conoscere meglio ciò<br />
che si ama; dunque lo stesso sforzo di approfondire la propria tradizione e i suoi contenuti<br />
cercando di aumentare le proprie conoscenze della teologia o della storia della propria<br />
religione ha, oltre a un indubbio valore intellettuale o culturale, anche un autentico valore<br />
di esperienza religiosa se esso ha <strong>il</strong> proprio movente nell’amare e nel credere, e se<br />
rafforza l’amare e <strong>il</strong> credere.<br />
Alla luce di ciò spero di aver fornito qualche elemento a favore dell’ipotesi inizialmente<br />
proposta secondo la quale l’esperienza vissuta del credere e dell’amare sarebbe<br />
l’esperienza religiosa fondamentale, <strong>il</strong> vero fondamento che permette a ogni altra<br />
esperienza che si possa o voglia qualificare come religiosa di essere tale. Se si accoglie<br />
questa tesi, si può fornire una risposta alla domanda che dà <strong>il</strong> titolo a questa iniziativa:<br />
Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione?<br />
Questa risposta è che una f<strong>il</strong>osofia della religione che intenda essere una f<strong>il</strong>osofia<br />
dell’esperienza religiosa deve assumere come proprio tema fondamentale l’esperienza del<br />
credere e dell’amare, la quale può certamente essere presa in considerazione sia con<br />
metodo fenomenologico, sia con approccio ermeneutico, sia forse nella cornice di altre<br />
modalità della ricerca f<strong>il</strong>osofica.<br />
Un’ultima post<strong>il</strong>la è necessaria: certamente si può obiettare che tutto quanto ho scritto in<br />
queste pagine è pensato in una prospettiva solamente cristiana, o ebraico-cristiana; da<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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