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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
incompatib<strong>il</strong>i i criteri di veridicità interni alle differenti tradizioni religiose? 30 Alston e<br />
Swinburne qui danno risposte diverse, ma forse non incompatib<strong>il</strong>i: per <strong>il</strong> primo, se non c’è<br />
un terreno neutrale per scegliere, e si presuppongono una teoria realistica della verità e la<br />
sua applicab<strong>il</strong>ità alla credenza religiosa, è razionale affidarsi alla propria forma di<br />
esperienza religiosa, e nel caso della pratica mistica cristiana tale razionalità è accresciuta<br />
sia dal sostegno interno dato dai “frutti dello spirito” nei quali si adempiono le “promesse<br />
di Dio” sia dal “sostegno reciproco” fornito dall’esperienza mistica, dalla rivelazione, dalla<br />
tradizione e dalla teologia naturale, come fondamenti della credenza cristiana, nel<br />
costituire un “argomento cumulativo”; per l’altro, <strong>il</strong> fatto che i devoti di diverse religioni<br />
descrivano le loro esperienze in un vocabolario religioso che è loro fam<strong>il</strong>iare di per sé non<br />
significa che le loro differenti descrizioni siano in conflitto, nel senso che Dio può essere<br />
conosciuto sotto differenti nomi in culture differenti 31 . La posizione di Hick è diversa. Egli<br />
rifiuta sia l’esclusivismo, perché implica la falsità della maggior parte delle forme di<br />
esperienza religiosa, sia la tesi dell’unità trascendente delle religioni (la religione esoterica<br />
dei mistici), perché non rende conto della radicale diversità e reciproca incompatib<strong>il</strong>ità<br />
delle esperienze mistiche (in particolare di quelle che descrivono l’esperienza mistica come<br />
unione con una Persona e quelle che la descrivono invece come unione con una realtà<br />
impersonale). Hick esclude anche, per ragioni analoghe, la tesi della complementarità e<br />
convergenza spirituale delle esperienze (che non affronta <strong>il</strong> problema delle pretese di<br />
verità contrastanti), e propone la sua nota tesi del pluralismo religioso fondata su una<br />
forma di realismo critico, di ispirazione kantiana, che distingue <strong>il</strong> Reale noumenico,<br />
l’Ultimo, o <strong>il</strong> Trascendente come è in se stesso, dalla realtà ultima come è variamente<br />
concepita e storicamente sperimentata dagli uomini (la nostra consapevolezza del<br />
Trascendente è mediata dal nostro apparato concettuale, dalle culture religiose con la loro<br />
serie di concetti, miti, modelli storici e tecniche devozionali, in direzione di divinità<br />
personali o metafisicamente impersonali) 32 .<br />
Non posso qui affrontare <strong>il</strong> tema della diversità religiosa. Mi sembrano pertinenti le<br />
osservazioni di Alston, secondo cui le relazioni logiche fra diversi sistemi di credenze sono<br />
30 Cfr. R. Gale, “Swinburne’s Argument from Religious Experience”, in Reason and the Christian Religion, a<br />
cura di A.G. Padgett, Clarendon Press, Oxford 1994 (2a ed. 2002), p. 61.<br />
31 W.P. Alston, Perceiving God cit., pp. 255 sgg., 276, 279, 289, 306-307; Id., Religious Diversity and<br />
Perceptual Knowledge of God (1988), in The Ph<strong>il</strong>osophical Challenge of Religious Diversity cit., pp. 193-207<br />
(in particolare p. 194: «I assume that religious beliefs are true or false according to whether what is believed<br />
is the case, whether or not we have any way of deciding this»); R. Swinburne, The Existence of God cit., p.<br />
316. Cfr. le osservazioni di M. Damonte, “Nuove prospettive sulla teologia naturale: <strong>il</strong> contributo di W<strong>il</strong>liam<br />
Alston”, in Confronti con la f<strong>il</strong>osofia analitica, a cura di A. Allegra, Cleup, Padova 2010, pp. 81-92. Cfr. su<br />
questo punto H. Netland, “Natural Theology and Religious Diversity”, Faith and Ph<strong>il</strong>osophy, XXI, 2004, pp.<br />
503-518.<br />
32 J. Hick, “Religious Pluralism”, in A Companion to Ph<strong>il</strong>osophy of Religion, a cura di P. Quinn & C. Taliaferro,<br />
Blackwell, Oxford 1997, pp. 607-613. Cfr. Id., An Interpretation of Religion. Human Responses to the<br />
Transcendent, Macm<strong>il</strong>lan, Houndm<strong>il</strong>ls, Basingstoke-London 1989; Id., “Religious Diversity as Challenge and<br />
Promise”, in The Experience of Religious Diversity, J. Hick & H. Askari, Gower, Brookfield 1985, pp. 3-24; Id.,<br />
Dialogues in the Ph<strong>il</strong>osophy of Religion, Palgrave, Houndm<strong>il</strong>ls-New York 2001. Cfr. D. Basinger, Religious<br />
Diversity. A Ph<strong>il</strong>osophical Assessment, Ashgate, Aldershot 2002; e tutti i saggi raccolti in The Ph<strong>il</strong>osophical<br />
Challenge of Religious Diversity cit.<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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