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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
IL SACRO E IL DIVINO<br />
ESPERIENZA DEL SACRO E ESPERIENZA DEL DIVINO<br />
S<strong>il</strong>vano Zucal<br />
Il taglio che voglio dare al mio contributo è <strong>il</strong> seguente: cogliere l’esperienza per la<br />
f<strong>il</strong>osofia della religione da intendersi come esperienza del “sacro” e come correlata<br />
(dialetticamente correlata) esperienza del “divino”. Il tutto a partire dal taglio che a una<br />
tale problematica ha offerto María Zambrano (frutto dei miei studi più recenti).<br />
Il tema del sacro e quello del divino oltre al loro rapporto insieme intrecciato e dialettico<br />
attraversano infatti tutta l’opera di Zambrano anche se assumono un r<strong>il</strong>ievo determinante<br />
soprattutto in alcuni testi fondamentali della sua produzione teorica. Su tutti L’uomo e <strong>il</strong><br />
divino 203 scritto nel 1955. Titolo di un testo che, per Zambrano, potrebbe essere<br />
addirittura <strong>il</strong> titolo più appropriato per tutti i suoi libri che aveva già pubblicato così come<br />
per quelli che intendeva pubblicare successivamente. Poiché la relazione tra l’“uomo e <strong>il</strong><br />
divino” è davvero <strong>il</strong> cuore di tutta la sua prospettiva teoretica. Elemento fondamentale per<br />
cogliere la prospettiva originale di Zambrano è, anzitutto e in primo luogo, la distinzione<br />
puntuale tra l’esperienza del sacro (lo sagrado) e quella del divino (lo divino). Distinzione<br />
che emerge con progressiva chiarezza nei suoi testi e che noi possiamo assumere (l’una e<br />
l’altra) come esperienze paradigmatiche per la f<strong>il</strong>osofia della religione.<br />
1. Esperienza del “sacro”<br />
Per Zambrano tutto l’umano esserci si radica nel sacro, in questo abisso sconosciuto, in<br />
questo fondo oscuro e onnipotente da cui tutto si origina e da cui dipende la nostra vita:<br />
un’alterità sovrumana. L’essere umano è immerso nel grembo di questa vita primordiale<br />
che ha i tratti del sacro. I popoli arcaici sentivano che tutta la realtà proveniva da un<br />
fondo oscuro, che non potevano dominare e in rapporto al quale si trovavano in uno stato<br />
di assoluta dipendenza (se non di alienazione). Basti pensare alle loro danze sacre, con <strong>il</strong><br />
loro senso sacro, non profano, con la loro immersione per strati progressivi e iniziatici nel<br />
sacro. L’uomo si è staccato poco alla volta dal sacro, anche se mai totalmente,<br />
trasformando progressivamente l’esperienza del sacro in esperienza del divino. Il pensiero<br />
di Zambrano (la sua del tutto singolare f<strong>il</strong>osofia della religione) ha un’impronta esplicita e<br />
dichiaratamente pietosa: far transitare, trasformato, ciò che è sacro nel divino, ovvero<br />
203 M. Zambrano, El hombre y lo divino, Fondo de Cultura Ecónomica, Mexico D.F. 1955, trad. di G. Ferraro,<br />
L’uomo e <strong>il</strong> divino, intr. di V. Vitiello, Edizioni Lavoro, Roma 2001.<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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