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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

SULL’IDEA DI SALVEZZA<br />

APPUNTI DI FENOMENOLOGIA DELLA VITA SPIRITUALE 287<br />

Roberta De Monticelli<br />

1. La leggenda kafkiana dell’Uomo di fronte alla legge<br />

Consiglio a ciascuno di leggere (o r<strong>il</strong>eggere) <strong>il</strong> racconto di Kafka intitolato La Legge (o la<br />

leggenda dell’uomo davanti alla Legge – vedi sotto Appendice 2). Con la sua<br />

indimenticab<strong>il</strong>e conclusione – dopo che l’uomo, per una vita, ha atteso di fronte a una,<br />

infima fra le molte, porte della Legge, e giusto prima che muoia – messa sulla bocca del<br />

custode: «Questa porta era destinata a te. Ora vado a chiuderla». Ecco espresso <strong>il</strong> senso<br />

acutissimo, indicib<strong>il</strong>e, delle vite destinate alla fioritura (salvezza), e irrimediab<strong>il</strong>mente<br />

perdute.<br />

Anche la fenomenologia ha tematizzato l’idea di salvezza con straordinaria acutezza.<br />

Questo sarà uno dei nostri temi: la salvezza personale come scoperta e realizzazione della<br />

propria “destinazione”, secondo <strong>il</strong> termine scheleriano che ha molti sinonimi nella lingua<br />

biblica tedesca, come vedremo fra poco, e che Scheler intende come <strong>il</strong> compito che alla<br />

vita di una persona conferisce <strong>il</strong> suo personale ordine di priorità valoriale, o meglio ancora<br />

la dimensione valoriale e <strong>il</strong> relativo modello umano che lo “interpella”, lo “chiama”, lo<br />

“colpisce”. Il compito o <strong>il</strong> “dovere personale” che è così fac<strong>il</strong>e non identificare,<br />

fraintendere o fallire.<br />

Innanzitutto l’approccio fenomenologico cerca di definire i tratti essenziali delle realtà a<br />

partire dal modo in cui possiamo farne esperienza in prima persona, dal modo in cui la<br />

cosa stessa ci si dà a conoscere nel nostro relazionarci con essa. Ad esempio non<br />

descriverà la salvezza basandosi sulle descrizioni che commentatori di testi sacri ne fanno,<br />

ma partirà dall’esperienza di “guarigione”, o “ricreazione”, rinnovamento, respiro che si<br />

allarga, conforto, che una persona può vivere su di sé, magari suscitata dalla meditazione<br />

sui testi sacri.<br />

In questa prospettiva è possib<strong>il</strong>e comprendere una delle proposizioni più vere e profonde,<br />

in un certo senso misteriose di tutta l’opera di Max Scheler: «Il bene rimane sempre più<br />

sconosciuto del male». Non c’è bene per <strong>il</strong> mondo che non sia <strong>il</strong> portato di una fioritura<br />

personale ovvero della scoperta di cosa devo fare – di come devo vivere – io: la porta<br />

287 Un ringraziamento a Marco Trevisanut e a Giuseppe Di Salvatore per <strong>il</strong> loro prezioso aiuto in fase<br />

redazionale.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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