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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

antropologiche della religione, chiarendo per ciò stesso <strong>il</strong> perimetro nozionale e effettivo<br />

della sua area di esperienza, la quale beninteso risulta dotata di autonome e autentiche<br />

ragioni di costituzione 141 . Ma quali sono i momenti specifici del pensiero f<strong>il</strong>osofico cui qui<br />

si fa riferimento per una impostazione congrua del problema e della tematizzazione<br />

dell’esperienza religiosa? Mi limito qui a indicarli sommariamente, e senza la pretesa di<br />

essere esaustivo, ma solo con l’intento di esemplificare. Sono: la f<strong>il</strong>osofia kantiana e la sua<br />

inedita impostazione di una “f<strong>il</strong>osofia della religione”, la comprensione del religioso nella<br />

visuale f<strong>il</strong>osofica di Schleiermacher e nel dibattito da essa innescato, la discussione sul<br />

religioso nella cultura francese di fine Ottocento 142 , la riflessione sull’esperienza religiosa<br />

nell’interpretazione esistenziale (W<strong>il</strong>helm Herrmann, Rudolf Bultmann), la polarizzazione<br />

della religione nella esistenza teologica (Karl Barth), la stessa tematizzazione della<br />

religione come grandezza storica, con la connessa problematica emanante dalla storia<br />

delle religioni (Ernst Troeltsch), la insistita tematizzazione di Jaspers dedicata alla fede<br />

f<strong>il</strong>osofica e al noema della rivelazione, <strong>il</strong> poderoso impegno del primo Heidegger per una<br />

fenomenologica della vita religiosa tesa tra Erlebnis e Erfahrung, la grande riflessione di<br />

Scheler sull’eterno nell’uomo, in qualche modo ripresa poi da Jean Héring nel suo<br />

Phénoménologie et ph<strong>il</strong>osophie religieuse (reso in trad. it. con Fenomenologia e religione),<br />

e ancora lo scavo col quale Jean Nabert ha indagato riflessivamente sulle profondità della<br />

coscienza alla ricerca del costitutivo “desiderio di Dio”, la stessa coraggiosa riflessione di<br />

Simone We<strong>il</strong> intorno al nucleo mistico-esperienziale del vissuto religioso. Avvertivo che si<br />

tratta di una selezione esemplificativa del materiale offerto dalla discussione f<strong>il</strong>osofica<br />

degli ultimi due secoli. È però assai significativo che nel corso della ricerca attivata lungo<br />

questi f<strong>il</strong>oni vengano in chiaro una serie di ulteriori tematiche f<strong>il</strong>osofiche, come <strong>il</strong> problema<br />

della storia e della sua temporalità, <strong>il</strong> problema dell’esperienza, <strong>il</strong> problema del simbolico,<br />

lo stesso antico problema “de divinis nominibus”, che rientrano tutti di diritto tra i nodi più<br />

discussi della contemporanea consapevolezza f<strong>il</strong>osofica.<br />

La considerazione di questo contesto storico-f<strong>il</strong>osofico è inaggirab<strong>il</strong>e, se si vuole affrontare<br />

con pertinenza <strong>il</strong> tema della religione come esperienza, per due motivi precipui. Anzitutto<br />

perché da esso nella cultura del primo Ottocento si genera l’ermeneutica quale problema<br />

f<strong>il</strong>osofico r<strong>il</strong>evante. Si tratta di un evento fondamentale nella consapevolezza del moderno,<br />

che ha determinato <strong>il</strong> destino successivo della f<strong>il</strong>osofia e della cultura. In secondo luogo<br />

perché nel suo alveo matura la costellazione tematica della f<strong>il</strong>osofia della religione. Vi<br />

sono naturalmente modalità plurime e differenti di impostazione e di sv<strong>il</strong>uppo di questa<br />

tematica, che diventa argomento centrale della comprensione f<strong>il</strong>osofica perché coinvolge<br />

ragioni sostanziali di tale comprensione. Così, tanto per esemplificare, <strong>il</strong> paradigma di<br />

141 Come si può agevolmente evincere, una prospettiva del genere pone in discussione l’autentico religioso; e<br />

ciò avviene in base al principio di una f<strong>il</strong>osofia critica. Secondo tale principio una ragione che nulla vuole dare<br />

a intendere deve dar conto di questo autentico, discernendolo dalle sue forme inautentiche e spurie.<br />

142 In proposito cfr. la panoramica offerta nel mio “La religione in discussione nella cultura francese tra<br />

Ottocento e Novecento”, Giornale critico della f<strong>il</strong>osofia italiana, 71, 1992, pp. 502-517. Cfr. anche <strong>il</strong> mio<br />

tentativo di inquadrare la f<strong>il</strong>osofia di Blondel nel f<strong>il</strong>one della f<strong>il</strong>osofia trascendentale, nel saggio di introduzione<br />

(“Crisi o invenzione del senso? La f<strong>il</strong>osofia dell’Azione come impegno radicale per dare ragione dell’universo<br />

del senso”) alla nuova edizione italiana di M. Blondel, L’azione. Saggio di una critica della vita e di una scienza<br />

della prassi, Paoline, Cinisello Balsamo 1993.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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